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La chiesa, la crisi e l’ultracattolicesimo mascherato da volontario

Succede che, nel bel mezzo della crisi europea, la Spagna di Zapatero decida di mettere a disposizione della manifestazione cattolica della gioventù capitale pubblico. Succede che le organizzazioni laiche protestino contro tali finanziamenti con manifestazioni e succede che un cattolico pensa di organizzare un attentato alla manifestazione laica.

Ma quello che rappresenta la vera notizia, secondo me, è lo spreco di soldi – non importa se pubblici o vaticani, comunque pubblici, – per sfruttare il momento difficile che il mondo sta attraversando.

Organizzare simili manifestazioni – che peraltro assomigliano sempre più a raduni politici quando non a raduni rock – in momenti di estrema crisi dove i popoli sono chiamati a fare pesanti sacrifici, per molti è sinonimo di arroganza e di provocazione nei confronti di una società che stenta a realizzare quei principi laici di cui la chiesa farebbe volentieri a meno.

Ed è da questo presupposto che è partita la protesta dei laici spagnoli; protesta che ha visto per le strade alcune migliaia di partecipanti che, anche se non uniti da un unico pensiero ideologico, esprimono una vera e onesta volontà di rompere una volta per tutte con il dominio, anche se indiretto, della chiesa cattolica.

Dominio che si manifesta essenzialmente sui grandi problemi etici del nostro tempo come l’omosessualità, i contraccettivi, il testamento biologico, il divorzio, l’aborto; problemi che vedono la chiesa cattolica nettamente contrapposta al mondo laico e libero.

Il solo fatto di organizzare, in momenti come questi, manifestazioni di massa, oltre a indicare una naturale avversione ai problemi pratici dei popoli, indica anche un disinteresse verso la società laica. Come se la religione possa procedere, nei suoi intenti, senza tener conto del mondo e dei suoi problemi.

Ed è da questa tendenza che scaturisce nel mondo cattolico quel che si condanna nella altre religioni: l’estremismo. Estremismo che vede gruppi sempre più agguerriti lottare anche con la violenza contro tutto ciò che è contrario al loro credo. Gruppi che, tra l’altro, fanno capo anche ad ideologie apparentemente condannate dalla chiesa stessa.

Il giovane arrestato a Madrid non va considerato un caso a parte o un disadattato perché, al pari del giovane Breivik, fa parte di un sistema di valori dove la conversione dei popoli e il mantenimento del potere si è sempre basato sulla violenza.

Pertanto, l’uso di soldi pubblici, ma anche privati, per scopi che esulano dal problema e che non porteranno mai risultati positivi nell’ambito economico, non può che essere considerato un ulteriore tentativo di controllare i popoli attraverso metodi che allontanano anziché avvicinarli al dibattito in corso evitando così la partecipazione diretta dei cittadini. Tentativi, dicevo, perché, per fortuna, nella società esistono gruppi capaci di analisi e pertanto non inclini a cadere nell’inganno.

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