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La Turchia non avrà la sua legge sugli “agenti stranieri”

Due giorni fa, la Turchia ha rischiato di aggiungersi al crescente numero di stati che si sono dotati di leggi pericolose per i diritti umani. In questo caso, la cosiddetta “Legge sugli agenti d’influenza”, che probabilmente sarebbe stata assai apprezzata dal presidente Erdogan (nella foto).

Ripresentato all’interno di una legge “omnibus” (qualcosa di equivalente ai nostri decreti milleproroghe) al parlamento dopo che a maggio ampie proteste avevano suggerito il ritiro, in extremis il provvedimento è stato stralciato.

Se approvata, la norma avrebbe punito, anche col carcere, azioni “commesse in linea con le direttive o gli interessi strategici di uno stato estero o di un’organizzazione straniera contro la sicurezza dello stato o gli interessi [di quest’ultimo] di politica interna o estera”.

Come in tutti gli altri casi, la definizione di cosa sia reato era sufficientemente ampia da consentire di perseguire per via giudiziaria chiunque avesse espresso idee contrarie al governo.

Naturalmente, leggi come queste sono in contrasto col diritto internazionale dei diritti umani. Nel caso specifico, ci sarebbe stato un problema anche con la costituzione turca.

La scorsa settimana 91 organizzazioni non governative avevano manifestato la loro opposizione al decreto.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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