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La Sea Watch 4 salpa verso le coste libiche

La Sea Watch 4 è salpata dalla Spagna in direzione delle coste libiche. La Sea Watch 3 è stata bloccata dalle autorità italiane. In Grecia l'Unione europea finanzia i respingimenti 

La Sea Watch 4 è salpata dalle coste spagnole, dal porto di Buriana, per recarsi nel mare antistante alle coste libiche. Sulla nave ci sono anche ‘Medici senza frontiere’.

"La traversata verso la Libia richiederà cinque giorni. Da lì, molti rifugiati cercano di attraversare il mare. Opereremo a circa 30 miglia al largo delle coste libiche – ha spiegato l’austriaco Jacob Frumann, membro dell’equipaggio, al sito svizzero-tedesco Katch.ch - Partiamo dal presupposto che prima o poi ci verrà assegnato un porto italiano. In teoria, potrebbe anche essere Malta, ma negli ultimi mesi il Paese ha resistito massicciamente” – 

La Sea-Watch 3 è stato arrestato dalle autorità sulla base di perfide accuse dopo essere stato in grado di entrare nel porto con relativa facilità. Le autorità continuano a proporre nuove strategie per bloccarci”. Leoluca Orlando, il sindaco di Palermo, in un video si è mostrato esultante per la nuova iniziativa.

Giorgia Linardi, la portavoce di Sea-Watch, ha affermato che “la Sea Watch 4 e l’ampia alleanza che rappresenta sono la risposta univoca della società civile alle politiche discriminatorie della Ue, che preferisce lasciare annegare le persone purché non raggiungano le coste europee”.

E su questo bisogna darle ragione. Perché nonostante le dichiarazioni di apertura nei confronti degli emigranti di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo ed esponente del PD, ricordiamo che a marzo la presidente della Commissione si è recati in Grecia per prendere atto del muro realizzato dalla Grecia ai confini con la Turchia e sostenere l’azione di respingimento della polizia greca verso gli emigranti, dichiarare che la Grecia difendeva i confini dell’Unione e lasciare settecento milioni di euro al governo greco per continuare in questa direzione. Cosa che il governo greco sta facendo anche con dei respingimenti in mare. In modo non ufficiale naturalmente stanno inoltre caricando su barconi emigranti sbarcati nelle isole greche a poche miglia dalla Turchia per rispedirli lungo le coste turche dov’è vengono salvati dalla guardia costiera turca. Questo è quanto risulta da un articolo denuncia del NYT.

 

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