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La Scuola Pubblica crolla, ora basta!

 

Bene, l’obiettivo dei tagli e dei risparmi sulla Scuola Pubblica, che dovrebbe essere l’istituzione fondante di uno stato civile, mostra i suoi frutti, la Scuola Pubblica crolla (in tutti i sensi) come del resto il rispetto e l’autorevolezza che meriterebbe il corpo docente, invece messo alla pubblica gogna e dipinto ad arte come una massa informe di pericolosi fannulloni.

La misura è colma, un governo che non riconosca la primaria importanza della Scuola Pubblica e l’autorevole e gravoso compito del corpo docente non potrebbe definirsi un governo democratico ed emanazione di una repubblica a democrazia rappresentativa. Che i ministri dell’Istruzione e dell’Economia si ravvedano e invertano il senso di marcia se non vogliono aprire una spaccatura socio politica drammatica per il Paese; anche se chiaramente la difficile  situazione in cui si trova ora il sistema scuola non è loro imputabile è però auspicabile che trovino la forza di migliorare effettivamente questa importantissima Istituzione che non necessità certo di ulteriori tagli.

La questione della razionalizzazione delle risorse economiche non può essere applicata selvaggiamente alla Pubblica Istruzione che per sua natura ha il compito ed il dovere di accogliere bambini, ragazzi ed adolescenti, e di trasformarli in cittadini rispettosi, colti e competenti. Nessun’altra Istituzione ha un compito tanto importante e centrale quanto la Scuola, ovvero formare il futuro del Paese. Credo che la Pubblica Istruzione meriti molto più rispetto e molte più risorse se non vogliamo che l’Italia da Paese del primo Mondo continui a discendere la classifica dei paesi più sviluppati fino alle ultime posizioni.

I nostri politici inizino col tagliare i propri stipendi in maniera drastica, a ridurre il numero stesso dei parlamentari, a privarsi di tutti gli spropositati benefici di cui usufruiscono, solo dopo aver dato l’esempio chiedano al Paese di fare i necessari sacrifici per far ripartire l’Economia, invece di tagliare lo sviluppo alle radici affossando e mortificando la Pubblica Istruzione.

Se i nostri giovani non meritano di avere scuole sicure, confortevoli e docenti di alto profilo, quindi adeguatamente retribuiti (un parlamentare riceve un netto complessivo mensile almeno 12 volte superiore al netto mensile di un docente laureato di II grado), allora per cortesia smettiamo di parlare di democrazia, libertà, egualità ed accettiamo pubblicamente la definizione che ci è stata appioppata (forse a ragione) “Repubblica delle Banane”.

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