• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Europa > La Germania non è liberista

La Germania non è liberista

Ieri una combattiva Angela Merkel ha dimostrato di fronte al mondo e, più limitatamente, all’Europa, che alcuni paesi vivono in una comunità di stati con l’obiettivo di rivendicare la propria eccezionalità ad ogni occasione utile. Non che non lo si sapesse, per carità, ma a volte questi reminder sono utili per alimentare il cinico che è in noi.

La vicenda, segnalata dal Financial Times, è questa: l’Antitrust della Commissione europea minaccia di aprire una indagine sul caso degli sconti sui sovrapprezzi per finanziamento di energie rinnovabili che lo stato federale tedesco concede alle proprie grandi imprese energivore. L’ipotesi della Ue è quella di aiuti di stato, visto che le linee guida della Commissione al momento non ammettono simili sussidi/aiuti.

Veemente la reazione davanti al Bundestag della neo-rieletta Cancelliera, ed anche i concetti utilizzati sono piuttosto interessanti:

«Renderemo molto chiaro alla Commissione europea che la Germania desidera mantenere una forte base industriale. Renderemo chiaro che l’Europa non si rafforza quando l’occupazione in Germania è minacciata»

Beh, si, quale paese non desidererebbe mantenere e rafforzare la propria base industriale, anziché vedere le proprie imprese morire come mosche? La successiva argomentazione della Merkel appare meno emotivamente propagandistica ed apparentemente più razionale:

«Lo dirò molto semplicemente: fintanto che ci saranno paesi europei dove l’elettricità industriale costa meno che in Germania, non riesco a capire in che modo noi contribuiremmo alla distorsione della competizione»

Sottile e molto challenging, come direbbero quelli che non frequentano il capitalismo renano. Per analogia potremmo dire che, se ogni paese (di grandi dimensioni) in Europa rivendicasse di essere il benchmark sugli altri, potremmo serenamente dissolvere la Ue e fare altro. Il punto è che, ora più che mai, la Germania ha un quantum di risorse fiscali che deriva inequivocabilmente dalle distorsioni che la crisi di debito sovrano ha creato in Eurozona. Che questo quantum sia difficile da misurare è un discorso, che esista è assai difficile da negare.

Si potrebbe anche replicare alla Germania che non lo ha ordinato il medico, di chiudere gli impianti nucleari tedeschi dopo Fukushima (reazione che non abbiamo mai realmente compreso, nelle sue motivazioni economiche, che forse non esistono). E che lo stesso dottore non ha ordinato ai tedeschi di non tentare di sviluppare lo shale gas. Riguardo quest’ultimo punto, le imprese tedesche temono esattamente questo: perdere la propria capacità competitiva globale rispetto a quelle americane. E, disponendo di ampie risorse fiscali, non tutte “legittime”, le usano.

Buon per loro, ma abbaiare contro l’Antitrust europeo sulla base di queste argomentazioni indica o una assoluta incapacità di ragionare in modo sistemico (ma questo già lo sospettavamo, nella gestione della crisi dell’Eurozona), oppure il più completo disinteresse per le regole comuni europee, che vengono invocate solo quando è utile e comodo. La Germania sta diventando una specie di Francia agli steroidi, sotto questo aspetto. Come si dice je m’en fiche in tedesco?

Anche riguardo il nascituro morticino chiamato unione bancaria, dove ad oggi la Germania stravince su tutta la linea (non senza qualche ragione di merito, se solo si astragga da tutto quello che succede tra uno stato del mondo e l’altro, cioè in transizione), e sappiamo che non nascerà alcuna assicurazione europea sui depositi bancari, sarà molto utile chiarire un punto: in caso qualche landesbank tedesca dovesse saltare, prima si dovranno massacrare i suoi azionisti, creditori e depositanti, e solo dopo si vedrà se si può autorizzare l’aiuto di stato. Per una banale questione di level playing field, naturalmente. Che deve valere anche se esiste un paese che ha molti soldi pubblici da spendere. Perché di eletti e reietti su base morale e moralistica ci saremmo anche stancati, in questo continente pacificato ed irenico.

Nota per i liberisti ai crauti: mettetevi bene in testa che la Germania è paese che vive di intervento pubblico e soldi pubblici a beneficio dei privati. E sono molti soldi. Questo sinora è avvenuto in modo virtuoso ed al massimo beneficio del sistema-paese, mentre altrove i soldi pubblici servono solo per ingrassare parassiti che poi vi spiegano dove abitate. Ma la Germania di “liberista” ha assai poco. E quindi, l’occasione fa il mercantilista ladro. Giusto per saperlo.

E comunque, riflettete: i tedeschi si fanno gli affari propri con sussidi all’energia. Noi italiani con la web tax.

Capite perché siamo in svantaggio competitivo strutturale? E’ un problema antropologico, si direbbe.

 

Foto: Martin Ableggen/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares