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La Bonino ed il caso Snowden

Del caso Snowden torneremo a parlare a breve, ma nel frattempo non possiamo lasciare inosservata la dichiarazione di Emma Bonino sullo spionaggio Usa nei confronti dei paesi europei, Italia in prima fila. “Spiarsi tra alleati non è carino: ma basta leggere qualsiasi spy story per capire che se ne sono sempre viste di tutti i colori… Aspettiamo risposte (ma) siamo fiduciosi… Fra Stati uniti ed Europa c’è spirito di collaborazione ed amicizia”. Insomma: non lo fate più che non è educato. Credevamo che l’ambasciatore Usa in Italia fosse mister David Thorne, ma prendiamo atto che c’è un rappresentante ancora più deciso di Washington.

Capiamoci: certo che se ne sono viste sempre di tutti i colori, che nel mondo dell’Intelligence non ci sono alleati ma solo partner momentanei motivati da occasionali convenienze ed è anche notorio ed assodato che gli Usa spiano l’Europa da sempre, come dimostrano i casi Echelon, Airbus turco e Swift (magari ci torneremo su per ricordarli meglio) che i governanti europei hanno sistematicamente fatto finta di non vedere. Ma, sino a quando queste cose restano sconosciute al grande pubblico e ”coperte”, si può anche pensare che i governanti lesi facciano finta di nulla per opportunismo, per viltà, per servilismo, per mancanza di spina dorsale, per ricattabilità o quel che vi pare. Ma quando la cosa esplode pubblicamente nel modo più solare e si capisce che l’altro sta conducendo da anni una vera e propria guerra economica contro lo spiato, non si può più ignorare la cosa ed occorre fare il viso dell’arme.

E invece, cosa fa il Ministro degli esteri della Repubblica Italiana (che, sino a prova contraria è uno dei quattro partner maggiori della Ue)? Tutto quello che ha da dire è che non sono “cose carine”, che però, beninteso, l’amicizia rimane e, basta che ci diciate qualsiasi scusa ed amici come prima. Una simile mancanza di pudore non l’avrebbe avuta neppure Clara Booth Luce. Come livello siamo al pari della Lagarde che dice a Sarkozy “Usami come vuoi”.

E si capisce anche il senso politico di questa incredibile dichiarazione - passata nel silenzio generale, senza che nessuno chiedesse le dimissioni del ministro -: la reazione inevitabile della Ue alle rivelazioni è stata quella di minacciare la fine del negoziato sull’area di libero scambio Usa-Ue. Ed è la cosa più logica ed efficace da fare, considerato anche che il maggior (ma direi quasi unico) beneficiario dell’accordo sarebbero proprio gli Usa e che questa è una delle operazioni di maggiore rilevo strategico di Obama.

A questo punto, l’Italia - per bocca del suo ministro degli Esteri - apre un fronte alle spalle della Ue facendo sapere che “l’amicizia con gli Usa rimane” e che non è il caso di andare troppo in là con le reazioni. E così uno capisce come mai si trovi a fare il ministro degli Esteri l’esponente di un partito che non ha raggiunto lo 0,1% dei voti nelle ultime elezioni. E cara grazia (di cui, forse, dobbiamo essere grati a Santa Madre Chiesa!) se non è stata eletta Presidente della Repubblica.

Ricordate i sondaggi che dicevano che il 32% degli italiani erano smaniosi di vederla al Quirinale. Chissà dove erano questi italiani il 28 febbraio quando neppure l’1% di loro ha votato per la lista di Bonino e Pannella: magia del sondaggi.

Del resto, si tratta dei soliti radicali servitori degli americani. Prima abbiamo detto che la Bonino era l’ambasciatore Usa in Italia. Sbagliavamo: è solo la colf di Villa Taverna.

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