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L’urlo di Berlusconi terrorizza la sinistra

Alla fine a scombinare gli equilibri del centro sinistra ci ha pensato lui, il solito Silvio nazionale. L’ex presidente del consiglio torna a far tremare i palazzi Romani: candidato premier per la sesta volta mette in agitazione Bersani & Co.

A dirla tutta neanche Casini, Fini, Vendola e Di Pietro stanno meglio, già convinti di avere la vittoria in tasca, si ritrovano a dover studiare una nuova strategia per limitare i danni di un ennesimo insuccesso elettorale, rischiando di allontanarsi dalle ambite poltrone governative.

In fondo, la discesa in campo di Berlusconi non è una novità, nessun italiano ha mai pensato che si fosse ritirato dalla politica, a scandalizzarsi è stata solamente l’opposizione, convinta, lo scorso novembre, di aver vinto definitivamente la partita contro l’avversario di sempre.

E’ assodato che Berlusconi sia l’emblema della mala politica, ma non è da meno il centro sinistra. In questi ultimi anni, oltre a non rappresentare l’alternativa di governo, è stato il simbolo dell’incapacità ideologica che ha fatto della demagogia il suo unico cavallo di battaglia.

A vent’anni di distanza il copione non cambia, le stesse persone che si sono alternate nella seconda repubblica, pur offrendo un nuovo modo di governare il paese, continuano a prendersi gioco degli italiani.

Qual è la cosa giusta, votare Berlusconi con tutte le conseguenze del caso o mettere al potere un insieme di partiti che durerà come sempre meno di un anno?

La decisione è tutt’altro che scontata, chiunque governerà, rappresenterà una sconfitta per il paese, alla fine la logica del cambiamento generazionale rimane solo un miraggio.

 

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