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L’originale storia di Ghirelli da dirigente del Pci umbro a dirigente calcistico

Generalmente gli esponenti politici non abbandonano la loro attività, anche quando non ricoprono più importanti incarichi istituzionali. Tentano di ottenerli altri, di maggiore rilievo. Se non ci riescono, spesso entrano a far parte dei consigli di amministrazione di società pubbliche, talvolta di proprietà degli enti locali, le ormai note partecipate.

Francesco Ghirelli, umbro, nato a Gubbio, non ha seguito questa strada. E’ passato dalla politica al calcio.

Francesco Ghirelli, 64 anni, dopo aver ricoperto altri incarichi politici ed amministrativi, diventò nel 1986 segretario regionale del Pci.

Successivamente, anche per aver aderito alla svolta di Occhetto, che diede vita al Pds, fu eletto presidente della giunta regionale dell’Umbria nel 1992. Nel 1993 diede le dimissioni da presidente, per uno dei tanti scontri all’interno del gruppo dirigente umbro, del Pci prima e del Pds dopo, che caratterizzarono quegli anni.

E a quel punto, però, abbandonò l’attività politica e diventò direttore generale del Perugia calcio, nominato dall’allora presidente, il discusso Luciano Gaucci, per alcuni anni, quando il Perugia risalì dalla serie C alla serie A.

Alla fine degli anni ’90, per quattro campionati in serie A, assunse l’incarico di amministratore delegato del Bari.

Poi passò agli incarichi “istituzionali”, prima nella Lega nazionale professionisti, l’associazione delle squadre di serie A e di serie B, e poi nella Figc (federazione gioco calcio), l’organo di organizzazione e controllo del calcio in Italia.

Infatti diventò consigliere delegato della Lega e successivamente segretario generale della Figc.

Nel 2006, per la verità, fu travolto anche lui dalla cosiddetta vicenda “Calciopoli”, insieme a Carraro (ma fu poi prosciolto penalmente) perché alcune intercettazioni lo accusavano di aver pilotato la sentenza favorevole alla Juve in una vicenda di tesseramenti, e fu costretto alle dimissioni.

Nel 2010 svolse l’incarico di direttore generale del comitato organizzatore dei campionati di pallavolo maschile in Italia.

Poi per alcuni anni è stato direttore generale della Lega Pro, l’associazione che raggruppa le società calcistiche che partecipano ai campionati di Lega Pro, in pratica l’ex serie C.

E nell’ottobre dell’anno passato ha lasciato l’incarico, per profondi dissensi con il presidente Mario Macalli.

Io ricordo Ghirelli perché ho partecipato a diversi incontri politici, nei quali era presente. E lo ricordo come un dirigente di partito e un amministratore migliore di molti altri che svolsero le sue stesse attività in quel periodo, sebbene non sia stato esente da critiche, anche giuste.

In seguito, terminata la sua attività politica, ha svolto attività lavorative ed ha assunto incarichi profondamente diversi da quelli precedenti e questo rappresenta oggettivamente un’anomalia, nel mondo della politica e nel mondo del calcio.

Non ci sono persone che abbiano fatto quello che ha fatto Ghirelli, perché in entrambi i mondi ha assunto incarichi importanti.

Per la verità anche quando è diventato dirigente calcistico non è stato esente da critiche e non solo quando fu coinvolto, in qualche modo, in “Calciopoli”, pur se è doveroso ricordare che fu assolto penalmente, ma non si può tralasciare il fatto che il suo operato è stato oggetto anche di valutazioni molto positive.

Indubbiamente Ghirelli, questo è fuor di dubbio, ha rischiato, dopo aver abbandonato l’attività politica. Infatti dopo le sue dimissioni da presidente della giunta regionale dell’Umbria, sarebbe potuto diventare anche parlamentare o assumere altri incarichi, a livello nazionale, ugualmente importanti e ben remunerati.

Ha scelto, come ho già rilevato, una strada diversa, originale, e alla fine, dal punto di vista economico gli è probabilmente convenuto, ma non aveva all’inizio la certezza di quanto sarebbe avvenuto in seguito.

E credo, pertanto, che la sua storia, soprattutto per l’originalità che l’ha caratterizzata, doveva essere raccontata.

Peraltro, pur essendo attualmente disoccupato, non credo che sia intenzionato a diventare subito un pensionato. E ne sentiremo ancora parlare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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