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L’onnipresente Telecom

L'onnipresente Telecom

Ho deciso di riproporre un mio vecchio articolo che scrissi un anno fa sul mio blog. E alla luce della nuova inchiesta che mette in evidenza il ruolo della banda di Mokbel, la quale aveva acquistato la società Ikon che, attraverso dei software, intercettava conversazioni ed e-mail senza lasciare traccia, questo scritto rimane ancora di attualità.

Ovviamente il ruolo della Telecom è principale.

Vi ricordate il famoso scandalo Telecom di circa tre anni fa?
 
Era quando uscì fuori che gli addetti alla Security Telecom utilizzavano dei software speciali per entrare dentro le conversazioni private. E ovviamente utilizzavano le intercettazioni per ricattare politici, uomini d’affari, giornalisti. Non è una cosa di poco conto, anzi è uno scandalo che doveva far tremare il Paese intero e questa non è una esagerazione.

Tutti noi abbiamo commesso qualche pecca con il telefono, e non ditemi che non è vero. Una telefonata erotica, una conversazione con l’amante, una raccomandazione, una bella litigata feroce, insomma tutte cose che a noi gente normali non possono farci nulla. Ma la storia è diversa se ad essere intercettato illegalmente sia un politico onesto, uno che non si faccia corrompere, e quindi potrebbe dare fastidio, oppure un giornalista d’inchiesta che veramente vuole fare informazione e magari calpestare i piedi ai potenti. A loro basta che gli intercettino una di quelle "strane" telefonate e per loro è finita. Diventano persone poco credibili. Quindi ricattabili.

Volevo dirvi tutto questo, care teste di capra, perché tutti i principali imputati dello scandalo Telecom come Tavaroli, Cipriani, Ghioni, Bernardini, Iezzi e tanti altri, molto probabilmente, grazie al patteggiamento non si faranno nemmeno un anno di galera.

E tutto questo grazie ad un processo lampo. E non vi sembra strano tutto ciò? Per arrivare alla conclusione (tragica) del processo per i fatti di Genova sono dovuti passare sette anni, ma anche per i processi più stupidi come aver rubato un portafoglio ci si mettono degli anni. E perché tutta questa fretta per un processo così importante? La mia è una domanda più che legittima.

Non è un caso che il giornalista D’Avanzo all’epoca dei fatti parlò di una nuova P2, e non è un caso che stranamente uno degli imputati (Cipriani) sia amico della famiglia Gelli. Non è un caso che uno degli indagati dell’epoca, un certo Adamo Bove, si sia "suicidato". E non è un caso che lo stesso Bove era un esperto di informatica ed aveva collaborato anche con il numero 2 del SISMI Marco Mancini (indagato anche lui per lo scandalo telecom) per il caso del rapimento illecito di Abu Omar. Tutto questo non è un caso se analizzassimo il tutto.


E io non sopporto che queste persone potranno ricominciare a vivere la loro vita come se nulla fosse, mentre io mi imbestialisco che un ragazzo di 26 anni come Niki lo abbiano arrestato, messo in un carcere di super sicurezza e ucciso facendolo passare ovviamente per suicidio.

Non è possibile che i suoi capi, quelli che veramente gestivano le società telefoniche che facevano da intermediari con la Telecom (sempre lei?), abbiano avuto un trattamento diverso. E intendo diverso quando dico che l’imputato numero uno (un certo Mancini, ex presidente dell’ Arezzo Calcio) non ha passato nemmeno un giorno nel terribile carcere dove è morto Niki. Oppure Francesco C che risulta ancora latitante a Londra.
 
Non è possibile che ci sia tutta questa ingiustizia.

Ma questa volta non la passeranno liscia.

Perchè Niki ha una madre meravigliosa che ha deciso di non arrendersi, e non lo farà anche per riscattare tutte quelle morti inspiegabili le quali non hanno avuto seguito perché non c’era nessuno che se ne interessasse.

Io questo post lo dedico alla signora Ornella, la madre di Niki, perché lei non si è fatta spaventare dal chiaro messaggio mafioso quando hanno ripulito tutto l’appartamento del figlio come per dire: "Se lo deve dimenticare!".

No, Ornella non lo potrà mai dimenticare. Nemmeno io, e insieme a tanta altra gente compresa la redazione di Agoravox continueremo ad aiutarla fino a quando non avrà giustizia.

Io non mi fermo, e mi dispiace, amici miei, che sto coinvolgendo anche voi in questa battaglia.

E presto chiederò un vostro aiuto. Ancora un altro. Poi un altro ancora.

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