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L’impatto della guerra in Ucraina sulle forniture alimentari globali

I primi effetti della guerra si stanno già vedendo e riguarderanno in particolar modo i paesi poveri

di Lorenzo Ruffino

Il 24 febbraio la Russia ha invaso l’Ucraina e il conflitto perdura quindi ormai da 6 settimane.

Questa guerra sta avendo conseguenze importanti sulle forniture alimentari globali, in particolar modo nei paesi più poveri. Come spiega un articolo di Our World in Data, l’Ucraina e la Russia sono due importanti paesi nel mercato alimentare globale: da essi arriva il 56% dell’olio di semi di girasole globale, il 19% del grano, il 13% dell’orzo e il 4% del mais.

A dipendere dalle importazioni di grano che arrivano da Ucraina e Russia sono soprattutto i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, mentre, per quanto riguarda il mais, si vede come l’effetto può essere considerevole anche in Europa: il 45% dell’offerta interna di mais nel Regno Unito, infatti, dipende dalle importazioni di Ucraina e Russia, ma si sale all’81% nei Paesi Bassi e al 63% in Finlandia.

 

 

primi effetti della guerra si stanno già vedendo, dal momento che i prezzi globali di cibo e fertilizzanti stanno salendo alle stelle. Dall’inizio dell’invasione i prezzi del grano sono aumentati del 21%, quelli dell’orzo del 33% e quelli di alcuni fertilizzanti del 40%. Questo si inserisce in un aumento generalizzato dei prezzi che già era in atto a causa dei costi energetici e della siccità. 

Con la pandemia la fame nel mondo è già aumentata del 18%, passando dal riguardare 720 milioni di persone a 811, e secondo le Nazioni Unite l’impatto della guerra sul mercato alimentare globale potrebbe ampliare ulteriormente questa platea: si stimano tra 7,6 e 13,1 milioni di individui in più.

Va inoltre considerato che non sappiamo quanto durerà la guerra e quanto tempo ci vorrà dopo la fine affinché l’offerta mondiale di cibo torni allo stato pre-bellico. Questo, infatti, dipenderà da vari fattori, come l’entità della devastazione causata dall’esercito russo, l’efficacia degli interventi e degli aiuti stranieri e la rapidità con cui gli agricoltori ucraini potranno tornare al loro lavoro. L’impatto a lungo termine non è quindi chiaro, ma nel breve termine la minore disponibilità porterà a una maggiore insicurezza alimentare.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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