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L’etica LIBERA la bellezza, in 40.000 a Casale

Un lunghissimo corteo alla manifestazione organizzata da Libera a Casal di Principe

CASAL DI PRINCIPE - Erano in tanti ieri mattina, tantissimi. In oltre trentamila hanno invaso Casale. Bambini, ragazzi, giovani e meno giovani, scout, politici, semplici cittadini. Tante, tante persone. Un lungo, lunghissimo corteo che, tra la testa e la coda della manifestazione, ha impiegato oltre mezzora per defluire e sistemarsi nella piazza antistante il cimitero.

«Don Peppino sarebbe contento - annuncia dal palco don Franco Picone parroco della forania di Casal di Principe - oggi è una giornata di vera gioia. Ma anche in una giornata come questa don Peppe continuerebbe ad annunciare la sua parola. Ancora oggi continuerebbe a denunciare e direbbe ’per amore del mio popolo non tacerò’. Qui, in questo momento, tutti quelli che credono ancora nella legalità debbono lanciare un grido ed affermare che la legalità è vera ed è possibile e chiedere che la memoria di don Diana non venga strumentalizzata ma che sia specchio del presente». C’è spazio anche per gli studenti, sul palco della manifestazione, a prendere la parola è Francesco Di Caprio del coordinamento scuole aperte e dell’Istituto Tecnico Industriale nel quale dal 1984 al 19 marzo 1994 don Diana ha insegnato religione: «Nonostante veniamo da posti diversi e parliamo dialetti diversi - nota lo studente - il nostro cuore batte all’unisono e questa mattina l’Italia intera ha sfilato per strade di Casale per gridare No!».


Nel corso della manifestazione è stato consegnato al Comandante Provinciale dei Carabinieri, Carmelo Burgio, il tricolore ad opera del comune di Reggio Emilia. C’è stata anche la consegna ai familiari di Domenico Noviello e Federico Del Prete delle medaglie al valore civilie da parte del Prefetto Ezio Monaco

Vibrante è stato l’intervento conclusivo di don Luigi Ciotti «Oggi non dico grazie a nessuno di essere qui. Ognuno di noi ha solo fatto il proprio dovere. Dovete esser fieri di essere Casalesi e ricordare le parole che disse quella ragazzina alla festa della polizia ’Casalesi è il nome di un popolo, non di un clan’. Dobbiamo fare come diceva don Peppe, risalire sui tetti per annunciare parole di vita. Lui predicava e denunciava con coraggio e con forza, come dovremmo fare tutti. Vostro figlio - ha detto rivolto a Iolanda e Gennaro Diana - per me è un profeta. Ha dato, eccome e se ha dato, voce alla parola di Dio. Auguro a tutti voi di essere profeti, di avere la capacità di leggere il presente, di prendere in mano le vostre vite e di assumervi le vostre responsabilità. Sporchiamoci le mani nell’oggi per dare libertà al futuro. Innamoratevi della vita e siate capaci di vivere non lasciarvi vivere».

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