L’Estraneo

Un giorno mi sono ritrovata un bozzetto sul naso. Era piccolo, dalla forma allungata, ed era lì, sul mio corpo, come un invasore straniero. Lo guardavo ogni giorno, attraverso lo specchio: era lì, impudente, a modificarmi l'aspetto. Non più di tanto, per carità, ma era lì, ogni giorno, a ricordarmi che altro si era inserito sotto la pelle, e ammiccava ostinato e superbo dalla superficie del solito specchio.

Ho dato inizio alla guerra.

Dapprima con tenue moderazione... Lo osservavo, cercavo di vederlo svanire da sé, ma senza successo. Allora ho affinato le armi, provando a strizzarlo e a riferirlo, ma quel piccolo bozzo era fermo e insistente, ostile nel suo odioso presidio. Era lì a rinfacciare che c'era, a ricordarmi quanto fossi stata distratta da non avvedermi di come fosse arrivato. Era lì: qualcosa di estraneo, intrufolatosi dentro di me, e faceva mostra di sé proprio nel posto in cui meglio avrei potuto notarlo. E più mi accanivo, e più lui s'infiammava, aumentando le proprie misure... Sembrava vincere lui.

Ma ancora una volta mi sono distratta, tutta impegnata a fare e disfare situazioni e legami che riguardavano me. E quindi ho lasciato la presa, ho perso interesse a quel caso.

Un giorno, non so quanto casuale sia stato l'evento, ho incontrato un dottore che pratica l'arte del taglio, ed ho chiesto un parere.

Osservando con lui, con ovvia sorpresa, ho faticato a vedere l'antico nemico: aveva assunto dimensioni piccine, come si fosse ritirato in se stesso per non dare fastidio, come se il messaggio di allerta che si disturbava a ripetere non avesse più bisogno di rimanere evidente.

Ho dato l'ok, e quell'uomo ha usato un piccolo taglio, ha messo su un punto, ed ha applicato un cerotto.

Ho perduto un nemico, e ho rinnovato il mio naso. Cosi avevo detto a quell'uomo: è vero, si vede appena, ma non è roba mia, è altro da me, e quindi non lo voglio più qui.

 

Un consulto, una decisione sicura, ed un taglio preciso.

Dentro di me non voglio nulla di estraneo.

 

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