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L’Aquila: sotenibilità finanziaria, carriole e progetti

Qualcosa si muove in questi giorni , a L’Aquila.

Cominciano ad arrivare persone nuove nell’assemblea cittadina del mercoledì al tendone di Piazza Duomo : nuove proposte di attività , nuovi tavoli di discussione per affrontare le tematiche: superate timidezza e pregiudizi, il passaparola ha consacrato questo posto come speak corner, non è proprio come the north-east corner of Hyde Park in Londra, serve prenotarsi per prendere la parola, ma tutti possono parlare e proporre , se ne discute , e se ci sono problemi di tempo sarà il primo argomento da trattare nella prossima assemblea.

Nulla si perde, c’è ascolto: forse per questo funziona.

Stanno venendo a maturazione i vari problemi trattati ai tavoli del SOST, con forza si impone in questi giorni l’esame della situazione economico finanziaria dei cittadini de L’Aquila destinata ad aggravarsi nei mesi prossimi sia per il permanere di automatismi burocratici, che per mancanza di decisioni opportune.

Sui seguenti argomenti si è deciso di elaborare un manifesto informativo ed azioni conseguenti attivando uno scadenziario e raccolta firme fino al 30 giugno, giorno in cui, se non vi sono interventi, verrà ripristinata la normale fiscalità che comporta anche restituzione delle tasse ora sospese, cosa insostenibile nella situazione in cui ci troviamo:

1) Detassazione e decontribuzione “cratere del sisma”.

2) Congelamento e dilazione tasse “cratere del sisma”.

3) Cancellazione delle segnalazioni centrali dati.

4) Congelamento dei mutui immobiliari e sospensione prestiti.

5) Istituzione di “CONFIDI DI STATO”.

6) Moratoria sul rilascio della regolarità contributiva.

7) Censimento dei disoccupati.

Il documento sarà presentato ai vari ministeri competenti, alla Regione Abruzzo, ai vari Enti esattori, all’ABI e, naturalmente, a Prefettura e Comune. Cercheremo di avere risposte: se siamo in tanti sarà meno difficoltosa e più efficace qualsiasi azione.

Per problemi minori siamo riusciti ad avere qualche cenno di attenzione, ora, anche da parte dell’Amministrazione Comunale.

Mercoledì 12 c.m. l’assemblea si è confrontata con due assessori Di Stefano e Masciocco sull’utilizzo del 30% delle aree progetto c.a.s.e., la quota di terreno espropriato messa a disposizione del Comune per realizzare le infrastrutture sociali.

La Protezione Civile infatti ha limitato il suo intervento alla sola costruzione degli appartamenti: oltre a acqua, luce, gas, e fognatura che scarica direttamente nel fiume, non ha realizzato servizi; al Comune ora il compito di rendere meno infausto l’abitare nel deserto condominiale con la sola consolazione del televisore di marca.

Ci è stato detto però che è un problema di tempo, di soldi non proprio disponibili, e di autonomia dalla Protezione Civile che non si decide a mollare: è recente la scoperta che per Bazzano esisteva un accordo tra il proprietario del terreno e la Protezione Civile che lo reintegra nella area, con conseguente spostamento della metratura in altra area, non meglio identificata.

Un atto di forza tardivo della Protezione civile, un accordo illegittimo, anche gli assessori concordano, resta da vedere se e come riusciranno a impedire questa prepotenza: la fermezza con cui hanno esposto una linea dura la dice lunga sulla loro evidente subalternità alle scelte della Protezione Civile, anche quando sono chiare imposizioni.

Comunque ci è sembrato di cogliere disponibilità al dialogo, finalmente, e ad ascoltare le nostre proposte in merito ad una preventiva mappatura dei bisogni che potremmo concordare, a consentire a nostri referenti di partecipare ai lavori della commissione per essere informati.

E’ poca cosa, per noi partecipazione vera significa decidere insieme prima, non venire informati dopo. Sarà una battaglia lunga.

Ciò non impedisce però di portare avanti i nostri progetti: domenica 17 le carriole non entreranno in zona rossa ma andranno a Collemaggio, un’area che per la sua centralità, per il suo valore storico e simbolico, potrebbe, se riqualificata, diventare un nuovo cuore caldo della città, un parco disponibile subito, in attesa del ripristino del Centro Storico.

Un parco che potrebbe diventare quel luogo per quella salute di comunità necessaria, non opzionale, a una città distrutta nel suo nucleo più profondo: è questo il tema guida della tre giorni organizzata dal Centro Diurno di Igiene Mentale e dal Comitato 3e32 (comitato da tempo redidente in una zona del parco resa fruibile a tutti anche con un servizio di medialab e di bar ristoro) , che si è aperto oggi con il Convegno “Salute di Comunità”.

Al convegno, cui hanno partecipato l’Assessore alle Politiche Sociali Masciocco, Umberto Giammaria, già Direttore ASL, gli psicologi Alessandro Sirolli e Cecilia Ciotti, Vincenzo Di Benedetto, Presidente Tribunale diritti del malato di Teramo hanno preso parte anche Giancarlo Carena e Maria Grazia Giannichedda, della Fondazione Franco Basaglia di Trieste.

Sollecitati da esponenti del 3e32 e di “180 amici L’Aquila Onlus” gli intervenuti si sono confrontati sulla necessità di riqualificare l’intera area del parco di Collemaggio 15 ettari, di cui 11.000 mq coperti da costruzioni che necessitano di interventi di ripristino, e sulle possibilità concrete di avviare un progetto simile a quello avviato a Trieste dalla Fondazione Basaglia, di riqualificazione umana, sociale ed economica della zona.

Un processo da avviare senz’altro, con l’adesione convinta della cittadinanza che deve vigilare affinchè si impedisca intanto la programmata alienazione prevista dalla ASL.

Quello che poteva essere solo un enorme danno economico prima del terremoto oggi sarebbe visto come una disgrazia, assolutamente non necessaria dopo il terremoto che ci ha distrutto il Centro Storico: Collemaggio può diventare il nuovo “cuore caldo” della città, ridare subito speranza e vivibilità agli aquilani: ognuno operi per rendere possibile un progetto di riqualificazione dell’area. Non tutto subito, ma intanto potrebbero insediarsi qui i vari laboratori per la ricostruzione necessari per avviare a L’Aquila processi di partecipazione dal basso che vedano impegnate tutte le forze giovani della città nell’individuare le linee di sviluppo più utili a costruire un futuro sostenibile per una città nuova, tecnologicamente avanzata che trasformi il dramma del terremoto in una opportunità di crescita, un modo nuovo di rapportarsi che metta la persona al centro dell’interesse e non le cose, un processo di rinascita reale utile oggi non solo a L’Aquila ma all’Italia.

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