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L’Aquila, nelle mani della criminalità

Ennesima rapina nel capoluogo abruzzese. Questa volta non si tratta di furto di rame o di rapinatori con pistole giocattolo: i malviventi erano provvisti di kalashnikov, armi utilizzate dalla criminalità organizzata. Non si era mai verificato un fatto del genere in città. La situazione è diventata intollerabile perché siamo di fronte ad una rapina programmata: per assaltare un portavalori, che preleva soldi ad un supermercato, c’è bisogno un basista sul posto che suggerisca orari, spostamenti, strade da percorrere ed ogni altro dettaglio affinchè si possa riuscire nel colpo.

I cittadini sono esasperati, sono stati privati delle loro case, delle loro abitudini ed infine sono stati vittime di furti nelle abitazioni inagibili. La Questura aveva già fatto presente un aumento della microcriminalità nel primo semestre del 2012, ma ormai non siamo più di fronte a microcriminalità. 

Da quando sono partiti i cantieri per la costruzione delle new town si è assistito ad un alto tasso immigratorio (stranieri ed italiani) che non si è mai arrestato. Di solito culture diverse, tradizioni di altri Paesi sono uno scambio necessario per l’arricchimento, la conoscenza, ma se i rapporti avvengono nel rispetto delle regole. Invece a L’Aquila non c’è mai stato un controllo sul flusso di immigrati: oggi vagano per la nostra città tantissime persone che non sappiamo se sono qui per lavoro, spesso sfruttati da qualcuno, o alla ricerca di qualcos’altro.

Il giornalista aquilano Francesco Paolucci ha realizzato un servizio proprio sullo sfruttamento degli immigrati, sulle loro paghe miserevoli e sulle loro precarie condizioni di vita. Rispetto a queste considerazione vanno aggiunte quelle degli organi preposti l’ex prefetto Maria Giovanna Iurato quando ha lasciato il suo incarico ad ottobre del 2012 asserì che durante il suo operato la criminalità non è aumentata (sic).

Il successore Francesco Alecci, di fronte ad una lettera del sindaco Massimo Cialente in cui chiedeva più controlli, ha risposto che la situazione non è particolarmente critica ed è in fase di realizzazione un Piano di contrasto alla criminalità che vedrà coinvolto anche il Corpo di Polizia Municipale.

Appunto, la criminalità va contrastata, non le si può dare la possibilità di attecchire come sta accadendo a L’Aquila. Ormai c’è un problema di sicurezza e l’articolo 2 del Testo Unico sulle leggi di pubblica sicurezza sancisce che Il Prefetto, nel caso di urgenza o per grave necessità pubblica, ha facoltà di adottare provvedimenti per la tutela della sicurezza pubblica.

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