• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Jordi Savall al Festival Monteverdi-Vivaldi

Jordi Savall al Festival Monteverdi-Vivaldi

Il Festival Monteverdi-Vivaldi, organizzato per la terza edizione dal Venician Centre for Baroque Music, è partito ad inizio del mese con un applauditissimo concerto del gruppo ‘Hesperion XXI’, diretto da Jordi Savall. Lo stimato violista catalano, ha nuovamente lasciato a casa la preziosa viola da gamba per riproporre, più o meno ad un anno di distanza dall’esibizione al teatro La Fenice, il suo progetto “Mare Nostrum”, ossia un ‘dialogo tra musiche ottomane, arabo-andaluse, veneziane, sefardite e armene’. 

Il piano nobile della scuola grande di San Giovanni Evangelista offre uno splendido colpo d’occhio. I musicisti si dispongono a semicerchio ed iniziano concentratissimi ad inanellare un pezzo più bello dell’altro. Da una toccante invocazione andalusa, eseguita da Savall alla ribeca, strumento cordofono medievale ad arco, originario dei paesi arabi con il nome di rebab, con l’accompagnamento al tamburo del fedele percussionista Pedro Estevan, il viaggio musicale si conclude ad Istanbul con ‘Uskudar’ (“tutti insieme”), che provoca uno scrosciante applauso finale 'all’in piedi’, premiato da bis.

Il progetto ha consentito di ammirare strumenti diversi, poco presenti in un concerto classico, come il Duduk armeno, piccolo strumento a fiato in legno di albicocco, dalla sonorità morbida, penetrante, malinconica; il Kemancha, letteralmente “viola”, dalla sonorità acuta, che si ritrova in Armenia e in area araba; il Kanun, dalla forma trapezoidale, percorsa da numerosissime corde, presente in area turca e iraniana, della stessa famiglia del Santur, tipico della Grecia e dei Paesi dell’Est Europa; due tipi di Oud, il cordofono principale degli strumenti a pizzico, uno turco, l’altro marocchino, che all’arrivo in Europa avrebbero mutato il nome in liuto.

La musica eseguita da otto preparatissimi musicisti si è arricchita grazie all’apporto vocale della greca Irini Derembei e dell’israeliano Lior Elmach, il quale ha costruito la sua reputazione come cantore popolare e poeta (‘Chalanut’, musica sinagogale) tra le comunità ebraiche di tutto il mondo. La Derembei, dopo gli studi musicali, si è invece interessata da subito sia alla musica tradizionale bizantina, che a quella classica occidentale. Elmach ha emozionto il pubblico in ‘Kamti Beivshan Layla’, dal ‘Cantico dei Cantici’, accompagnato dall’Oud, cui ha fatto seguito ‘Dentri’, una danza e canto di tradizione ortodossa, interpretato dalla Derembei. I due hanno cantato insieme in ‘Apo xeno meros’, un canto greco e in ‘Ghazali tal jahri’, originario del Marocco e di Israele. Nate in epoche e terre diverse, le musiche ascoltate hanno mostrato una certa vicinanza ed affinità tra mondo arabo ed ebraico, oriente musulmano ed occidente di tradizione cristiana, auspicando la fine di rancori e divisioni tra popoli che si credono diversi, ma che in realtà, almeno nella musica, hanno più di qualcosa in comune.

Il Festival prosegue sabato 29 alle 21, primo appuntamento musicale nel rinato teatrino di Palazzo Grassi. ‘Canal Grande: Venezia fonte delle confluenze’, attraverso l’esecuzione di musiche di compositori diversi del XVII° e XVIII° secolo – Arcangelo Corelli, Marin Marais, Baldassarre Galuppi, Vincenzo Bonizzi, Michel Corrette, Louis de Caix D’Hevelois, Johannes Schenk, Antoine Forqueray- cercherà di trovare connessioni, rimandi, citazioni di formule, stili e linguaggi, nati o elaborati nel repertorio veneziano ed italiano tra sei e settecento, che si propagarono nella musica per viola da gamba in tutta Europa, testimoniando l’influenza del linguaggio veneziano all’estero. Protagonista ‘Opera prima Ensemble’, diretto da Cristiano Contadin, anche viola da gamba, con Pietro Prosser, arciliuto e chitarra barocca, Amerigo Bernardi, violone e Roberto Loreggian, clavicembalo.

Da non perdere sabato 6 luglio, sempre al teatrino, la prima parte dell’integrale delle Sonate per violoncello di Antonio Vivaldi, che si completeranno il 27 luglio nelle sale Apollinee del teatro La Fenice, e che vedrà impegnati Francesco Galligioni al violoncello, Paolo Zuccheri al violone e nuovamente Roberto Loreggian al clavicembalo.

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares