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Italia, forza!

Italia, forza!

Cossiga, una vita da democristiano, principe della doppiezza cattopolitica e della ambiguità italiota, solo ora, dopo tanti anni, si permette il lusso di dire qualche verità (che si è ben guardato dal pronunciare, quando sgomitava per il potere).
 
Una delle frasi è questa: “la democrazia non esiste, comandano le élites". Condivido in pieno, ma aggiungerei nomi e cognomi in ordine di peso: Confindustria, Vaticano, mafie, massoneria piduista, servizi segreti italiani e stranieri, proprietà editoriale, casta politica e sindacale (pietrificata e inamovibile).
 
Essi considerano la democrazia “cosa loro”. Non vedono migliore cornice in cui continuare a spadroneggiare e a far prevalere le esigenze del capitalismo, dei monopoli, della concentrazione dei poteri, la necessità di avere leggi che consentano ogni abuso, da quelli fiscali a quelli riguardo l’ambiente, fino alla pretesa di immunità giudiziaria, in un continuo crescendo di arroganza, di impunità e di comparaggio tra complici che vogliono restare nella stessa barca, magari con ruoli distinti.
 
Che la nostra non sia una democrazia lo conferma lo scenario dei primi anni ‘90, verità che oggi viene faticosamente a galla, proprio per l’intreccio tra mafia, servizi segreti, politica, P2, in cui stragi ed attentati garantiscono che il passaggio alla seconda Repubblica, dopo le ruberie di tangentopoli, avvenga nel modo più gattopardesco possibile, in cui il “nuovo” è rappresentato da, secondo le parole di Grasso, da Forza Italia e Berlusconi, proprio il monopolista mediatico miracolato dal governo Craxi, che farà da contenitore per tutti i transfughi democristiani e socialisti.
 
Tale operazione fu possibile atraverso la classica minaccia della paura e della guerra civile, ricreando la stessa cricca ladra e tangentara.
 
Sembra, quindi, che l’inizio del berlusconismo abbia queste radici, in cui la mancanza di opposizione e di una sinistra degna di questo nome è stato fattore determinante.
 
Andreotti, quando, con il suo ghigno beffardo, parlava dell’Italia come di un paese “complesso”, parlava semplicemente di quelle élites alleate e concorrenti fra loro, in cui devono convivere interessi industriali e mafiosi, con il comune scopo di evitare la nascita di qualunque partito o movimento antagonista capace di dire qualche semplice verità.
 
Chi, come Saviano, racconta cose che nel territorio di Casal di Principe sanno anche i bambini, deve vivere scortato e rischiare la pelle. Le semplici verità non esistono nella “libera informazione” e Cossiga se ne è fatta scappare una solo perché non conta più niente.
 
Fino a quando le élites dei disperati, disoccupati, precari, cassaintegrati, pensionati al minimo, persone con capacità paranormali capaci di arrivare alla fine del mese senza andare a rapinare qualcuno, non si uniranno come classe e cominceranno a diventare visibili, come la monnezza a Napoli quando faceva comodo a Berlusconi farla vedere ogni giorno, il sistema di potere reggerà e nulla di nuovo può accadere.
 
 
 

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