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Io sto con Fini

Esiste un modo di essere di destra che non passa attraverso la sottomissione al cesarismo di Silvio Berlusconi né alla sottoposizione degli interessi italiani a quelli del nord italia padano...

Berlusconi e Fini sono ad un passo da un chiarimento definitivo ed io sono contento che ciò avvenga.

Sono stufo di dover essere confuso coi sentimenti rancorosi di una Italia incattivita a causa del troppo soffiare sul fuoco, un’Italia in cui non mi riconosco.

Le divisioni interne alla destra è giusto che vengano fuori.

Parlo ad esempio del caso del benefattore di Andro, la triste vicenda della mensa scolastica negata ai figli dei morosi, per cui questo signore è intervenuto a pagare personalmente con una bella lettera.

Non so quanto ci sia di razzismo o classismo nella reazione delle altre madri che appoggiavano l’orientamento teso a tagliare i viveri ai piccoli poveri.

Mentre il Secolo d’Italia - su cui c’è ancora scritto ’quotidiano del PDL’ - ha discusso della solidarietà come valore non solo individuale per due pagine, Libero – house organ del premier – ha titolato "i razzisti immaginari fanno indigestione alla mensa dei bambini” e Maurizio Belpietro ha parlato di problema non razziale ma reddituale.

Io sono liberale e conservatore da sempre, lungi da me esprimermi con le litanie ottocentesche sulla giustizia sociale di marca socialistoide, roba che ha spesso creato una casta di finti poveri ed assistiti, ma ora mi sembra si stia esagerando al contrario.

Io però non accetto di vivere in un mondo dove l’antagonismo egoistico tra individui prenda il posto di quello di classe e diventi un valore fondante.

Quindi anche riferirsi al reddito invece che alla razza, caro Belpietro, non è che ci tolga la puzza di torno di quel non so che di mediovale ed antistorico.

Forse anche io ultimamente sto subendo la stessa evoluzione che pare vivere Gianfranco Fini, sia in tema di diritti civili italiani (da Eluana alla pillola ru486 e più in generale sulla laicità dello Stato) che stranieri (maggiore politica di integrazione anche sul diritto all’elettorato passivo ed attivo per gli extracomunitari in regola).

Come ho già scritto qui di recente, sono anche stufo di inseguire l’ombelico di Berlusconi e le sue paranoie giudiziarie, la sua battaglia ottusa contro tutte le istituzioni non mi appassiona: io voglio veder da subito almeno un embrione di riforma liberale, perchè questo è il motivo per cui l’avevo sostenuto agli inizi nel 1993 ed è questo di cui l’Italia ha bisogno.

Io ultimamente non ho votato; oggi mi sento invece coinvolto da questa chance di ripresa di una destra moderna che Fini, giocandosi tutto, mi offre.

Mi sento vicino a Fini anche nel giudicare spropositato e pericoloso un certo culto della personalità stile satrapo sovietico che ha colto negli ultimi anni Silvio Berlusconi, quello che viene definito Cesarismo.

E poi dove è la rivoluzione sul merito, la meritocrazia? A giudicare dalle vallette i nani e le ballerine di cui si è circondato Berlusconi, qui il merito non viene riconosciuto affatto!

Per questo pur provenendo dall’area liberale classica e non da quella post fascista, credo che sia molto utile il redde rationem di questi giorni e spero che si faccia strada l’idea di un coinvolgimento degli interessi italiani in questo governo e non solo la cura dei padani.

Riforme liberali essenziali, interesse nazionale sempre da salvaguardare (guardate che sta succedendo in Sicilia) rispetto delle istituzioni democratiche per sconfiggere un certo cesarismo in cui indulge Berlsuconi.

Sembra che il nostro premier voglia vivacchiare in un’Italia gestita dalla mafia in tre, quattro regioni e dal clientelismo antimeritocratico nelle altre. E lui in mezzo a far spettacolo con dichiarazioni e leggi non utili erga omnes.

Voglio esser chiaro: non credo che Berlusconi sia un dittatore per lo stesso suo profilo umano ma cià non toglie che non occorre lasciare una impronta antistituzionale troppo a lungo perché altri potrebbero successivamente approfittarne e non con la buona fede di Silvio Berlusconi.

Anzi sarò più esplicito: ritengo che vadano subito formati dei gruppi parlamentari dentro il pdl che sviluppino questo tipo di battaglia, in modo da arginare non tanto la Lega in quanto tale o il cosidetto berlusconismo, ma il chiacchiericcio dell’annuncio che non porta mai a fatti concreti.

Riforme e subito. La pressione fiscale ha raggiunto livelli inimmaginabili neanche in uno stato di crisi, occorre passare alla riforma fiscale, ora e subito prima che scompaiano centinaia di migliaia di piccoli imprenditori soffocati dalla banche.

Ora o mai più.

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