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Investimenti: cosa sono i BTP

Da sempre gli italiani prediligono investimenti a basso rischio, che offrano una remunerazione non necessariamente altissima, ma quasi certa. Sotto questo punto di vista i BTP sono una soluzione particolarmente interessante, anche perché si tratta di titoli di Stato. Questo significa che il rischio di perdere il capitale investito è davvero minimo; perché questo accada è necessario il default dello Stato che emette l’obbligazione, cosa che potremmo definire come altamente improbabile. Esistono in Italia diversi BTP, o Buoni del Tesoro Poliennali, che offrono remunerazione proveniente da diverse fonti.

I tipi di BTP
I BTP disponibili oggi per il cliente interessato a questo tipo di prodotto sono vari. Le differenze riguardano la durata dell’obbligazione, la presenza di cedole periodiche e anche il tipo di collocamento. I BTP classici sono disponibili con durata che va da un minimo di 18 mesi fino a un massimo di 50 anni. Offrono una cedola semestrale e una possibilità di remunerazione allo scadere del buono che dipende dall’eventuale aumento del valore dello stesso. I BPT green sono disponibili a 10 e a 30 anni, con le medesime caratteristiche dei primi per quanto riguarda le possibilità di remunerazione. I BTP euro sono disponibili per durate che vanno dai 18 mesi fino ai 30 anni, con cedole semestrali e rivalutazione del capitale a scadenza. I BTP Italia sono disponibili da 4 e da 8 anni, offrono anche un premio fedeltà alla scadenza. I BTP futura invece sono disponibili da 8 a 16 anni, offrono cedole semestrali con rendimenti crescenti e premio fedeltà a scadenza. Per avere maggiori informazioni su questi ultimi clicca qui.

Chi preferisce i BTP oggi
I vantaggi offerti dai BTP sono correlati, come abbiamo già accennato, alla loro scarsa soglia di rischio. Chi acquista un buono del tesoro oggi può sperare che il default dello Stato non avvenga nei prossimi anni, quindi nella sicurezza di poter riscuotere le cedole periodiche senza problemi. Ricordiamo poi che non si ha l’obbligo di conservare l’obbligazione fino alla sua naturale scadenza. Volendo è infatti possibile effettuare delle rapide negoziazioni, ottenendo una remunerazione non dalle cedole e dalla ricapitalizzazione, ma dall’eventuale aumento di valore dei buoni sul mercato. Questo tipo di remunerazione è però abbastanza aleatoria, così come lo sono i mercati in senso generale. A una tranquillità dal punto di vista del rischio corrisponde una remunerazione fissa non eccessivamente elevata; una qualche remunerazione aggiuntiva la offrono i BTP con meccanismo chiamato step-up: più passa il tempo e maggiore è l’ammontare della cedola che si riceve semestralmente, fino a massimi che possono toccare il 2%. Alcuni BTP propongono poi un premio per coloro che mantengono l’obbligazione a lungo.

La tassazione
Così come avviene per qualsiasi tipologia di investimento, anche sulle rendite correlate ai BTP è presente una tassazione. I titoli di Stato godono però di un’aliquota agevolata, pari al 12,5%, decisamente inferiore rispetto al canonico 26% dovuto sulle rendite finanziarie di qualsiasi altro genere. Tale aliquota è applicata sulle plusvalenze e viene saldata direttamente al momento del versamento degli interessi; chi possiede BTP non si deve quindi preoccupare delle tasse sugli stessi, in quanto sono saldate direttamente dall’ente che li gestisce.

Altri titoli di Stato
Oltre ai BTP lo Stato italiano propone altri titoli di Stato. In particolare i tradizionali BOT, a 3.6 e 12 mesi, i CTZ a 24 mesi, i CCTeu da 3 e da 7 anni; questi ultimi funzionano più o meno come i BTP, offrendo cedole semestrali variabili. I titoli a scadenza breve sono preferiti da coloro che preferiscono negoziazioni a termine non eccessivamente lungo, in modo da poter vedere rapidamente l’intera remunerazione del titolo senza dover attendere vari anni o essere costretti a rivendere il titolo.



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