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Insicurezza e violenza: l’Afghanistan chiede di fermare i rimpatri dall’Europa

L’insicurezza e la violenza in Afghanistan hanno raggiunto livelli tali da costringere il ministro per i rifugiati e i rimpatri a chiedere agli stati europei di sospendere almeno temporaneamente i ritorni forzati dei richiedenti asilo afgani.

La dichiarazione del ministro fa riferimento alla “terza ondata del Covid-19”, al “deterioramento della sicurezza”, al “crescente numero di sfollati interni” e soprattutto alla “escalation di violenza da parte dei terroristi talebani”, l’ultimo esempio della quale è stata l’esecuzione a sangue freddo di 22 soldati ormai inermi: un crimine di guerra, secondo Amnesty International.

Sono anni che gli stati europei chiudono gli occhi di fronte a una realtà evidente: l’Afghanistan non è un paese sicuro dove rimandare le persone che ne sono fuggite.

C’è da sperare che la dichiarazione del ministro di Kabul spinga i governi europei a regolarizzare la situazione dei migranti e dei richiedenti asilo che si trovano nei loro territori e convinca la Commissione europea ad annullare i voli charter organizzati da Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere e delle coste.

Nel 2020 il Global Peace Index ha dichiarato, per il secondo anno di seguito, l‘Afghanistan paese meno sicuro al mondo.

Foto: DVIDShub/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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