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Incroci di civiltà a Venezia

Giunto alla VI^ edizione, il festival letterario internazionale ‘Incroci di civiltà’, ideato dall’università di Ca’ Foscari e sostenuto dal Comune di Venezia, ha proposto, all’interno di un fitto cartellone, una serata filmografica.

Nella sala più capiente del cinema Giorgione c’è stato un incontro tra il pubblico e la regista Yasemin Samdereli, introdotta dal direttore dell’ufficio cinema lagunare Roberto Ellero e intervistata dalla professoressa Stefania Sbarra dell’Ateneo veneziano. La Samdereli, nata nel 1973 a Dortmund, ma di origini turche, ha compiuto gli studi a Monaco e attualmente lavora al progetto ‘Il film in aula’.

‘Almanya. Willkommen in Deutschland’, reso in italiano come ‘Almanya. La mia famiglia va in Germania’, sceneggiato insieme alla sorella Nesrim, visto, dopo una piacevole chiacchierata, in lingua originale, con sottotitoli in italiano, segna il suo esordio al cinema. Presentato fuori concorso al 61° festival di Berlino, Almanya ripercorre la rocambolesca emigrazione negli anni ’60 dei coniugi Yilmaz. Vengono raccontati 40 anni di ricordi, attraverso le parole di una nipote, conclusi dalla morte del nonno capostipite, il quale, invitata l’intera famiglia a visitare una casa comprata nel villaggio natio, ove, forse, trascorrere serenamente la vecchiaia, morirà all’improvviso durante il lento avvicinarsi alla meta.

La Samdereli, stanca degli stereotipi obsoleti legati all’immigrazione turca, ha voluto mostrare una storia diversa che avesse un pubblico, lo commuovesse e lo facesse ridere. Nel gestire un materiale in parte autobiografico, la regista è andata alla ricerca di materiale autentico, trovandolo in una serie di filmini girati con una Super 8 dal nonno, mescolando le scene private con estratti televisivi documentaristici degli anni ’60 e ’70 e cercando di mantenere la qualità tecnica delle immagini per spiegare un’atmosfera che non era quella dei nipoti, all’epoca non ancora nati. Inoltre, per le autrici, è stato chiaro fin dall’inizio, che raccontare la loro storia equivaleva a raccontare un pezzo di quella tedesca, offrendo una prospettiva su un fenomeno come l’immigrazione, non ancora percepito in maniera corretta. Il pubblico ha mostrato di gradire il percorso narrativo delle sorelle Samdereli, contento di assistere al film in presenza di Yasemin e complimentandosi con lei a proiezione ultimata.

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