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"Immaturi", la serie Tv e il confronto generazionale

È possibile ripetere per la seconda volta gli esami di maturità? È quello che accade nella serie “Immaturi”, in cui un gruppo di quarantenni che, tra ansie e voglia di recuperare il tempo perduto, si ritrova a sostenere gli esami di maturità, pronti a confrontarsi con diciottenni smaniosi di conseguire l’ambito titolo, in un confronto generazionale che non lascia scampo.

Prodotta dalla Lotus di Marco Belardi per Mediaset, “Immaturi, la serie”, nasce dal soggetto di Paolo Genovese, a cui è affidata la direzione artistica, con Marco Alessi, Paola Mammini e Giovanna Guidoni. Le otto puntate andranno in onda l’anno prossimo su Canale 5.

Nel cast, Ricky Memphis (Lorenzo), Luca Bizzarri (Piero), Paolo Kessisoglu (Virgilio), Maurizio Mattioli (Papà Maurizio), Sabrina Impacciatore (Serena), Nicole Grimaudo (Francesca), Irene Ferri (Luisa), Paola Tiziana Cruciani (Mamma Iole), Ninni Bruschetta (Gianni), Paolo Calabresi (Gigi), Ilaria Spada (Claudia), Daniele Liotti (Daniele), Carlotta Antonelli (Lucrezia) e Andrea Carpenzano (Savino).

Paolo Genovese spiega «i nostri immaturi quarantenni che devono fare l'esame hanno un mondo da raccontare, il punto di contatto è la scuola. Mettiamo in connessione due generazioni che si scambiano quasi di ruolo, perché oggi i quarantenni, e non solo, giocano a fare gli eterni giovani. Immaturi è un film entrato nell'immaginario perché tocca sentimenti semplici: l'amicizia, la nostalgia del tempo che passa, la paura per un esame che è la prima prova decisiva della vita. Il sequel l'ho fatto volentieri perché lo chiedeva il pubblico, che aveva amato i personaggi e voleva rivederli. Al terzo capitolo ho detto no. Invece per far rivivere i protagonisti in tv abbiamo mischiato le carte, il contrasto generazionale funziona, ma ci voleva un altro regista per raccontare le stesse persone con occhio diverso. Un po' come dopo un viaggio con gli amici: la città visitata non sembra la stessa, i ricordi coincidono in parte. Però io e Ravello abbiamo la stessa attenzione alle emozioni e la stessa sensibilità. Lo spirito di Immaturi è rimasto».

Ravello si è buttato nel progetto «con la preoccupazione di non poter stare dentro i tempi televisivi, perché il mio obiettivo era portare la qualità, e invece sono contento, sembra un film lungo otto puntate. I ragazzi sono fantastici, li abbiamo scelti dopo tanti provini. Non abbiamo approcciato il progetto pensando al 'pubblico televisivo'. Dicendo così si pensa a qualcosa di negativo. Non ci stiamo ponendo dubbi riguardo all'ipotetico spettatore che ci guarderà, il pubblico televisivo ha doti e talenti più grandi rispetto a quelli che gli vengono attribuiti», conclude.

 

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