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Il viaggio di Vittorio, di Egidia Beretta Arrigoni

Pagine intense di una madre che racconta di un figlio speciale. Speciali sono tutti i figli, ma Vittorio Arrigoni era una ragazzo fuori dal comune. Per il suo coraggio, per la dedizione, forza e determinazione con cui ha coltivato l’utopia di pace, giustizia e libertà, a costo della vita, è diventato per molti giovani e non più giovani un vero simbolo dell’attivismo per i diritti umani. Resta impresso il suo motto “Restiamo umani”.

Egidia Beretta Arrigoni inizia raccontando di quel suo bimbo che già alle elementari nei suoi temi e in alcune sue poesie esprimeva particolare sensibilità per i più poveri e sfortunati: “I suoi primi viaggi Vittorio li ha compiuti per uscire da un mondo che gli andava stretto, ma è stato grazie a essi che ha maturato quella consapevolezza umana che è poi diventata un fondamento della sua esistenza”. E così Egidia Beretta inizia a raccontare dei viaggi del figlio nel mondo del volontariato: Perù, Croazia, Togo, Repubblica Ceca e Polonia, Russia, Tanzania, Estonia, dove Vittorio (Vik) viene a contatto con l’umanità più disparata.

Le lettere che Vittorio manda alla madre rivelano il senso profondo di quei viaggi: “Bisogna allora lasciare tracce del proprio passaggio nei cuori, innanzitutto dei poveri incontrati e delle vittime di un’ingiusta guerra, mostrando loro come esiste un Occidente alternativo, che si fa spogliare dei propri dettami culturali di superbia e arroganza, che sa porsi come accogliente ed empatico, lontano da ogni circuito di sfruttamento e via dalla macchina della guerra che succhia ogni riserva di soldi e di vite umane”.

Nel 2002 è il suo primo viaggio in Palestina. “Era assillato dalla smania di agire per la libertà di questo popolo a cui si sentiva intimamente legato”. Nel 2004 Vittorio crea il Blog Guerrilla Radio, dal sottotitolo “Lotta alla disinformazione”. Egidia, riportando articoli ed email di altri attivisti o giornalisti, racconta dei successivi viaggi. Fu memorabile il 23 agosto 2008 quando con l’associazione “Free Gaza Movement” Vittorio entrò a Gaza dal mare rompendo l’embargo imposto dagli israeliani. Lui e gli altri attivisti furono accolti dalla popolazione “come dei salvatori, dei fratelli, come coloro che potevano riaccendere la speranza di una vita che fosse veramente -vita-”. Così fu essenziale la testimonianza di Vittorio durante “Piombo Fuso”, in quanto i suoi pezzi pubblicati su Guerrilla Radio diventarono il punto di riferimento per tutti coloro che non si accontentavano delle scarne verità ufficiali.

Vittorio Arrigoni viene assassinato a Gaza nell’aprile 2011, una sentenza di tribunale condannerà alcuni dei suoi sequestratori e assassini, ma non si sapranno i veri motivi che hanno portato alla sua morte. Ai funerali parteciperanno più di duemila persone per portare omaggio a un ragazzo che sapeva concretizzare l’utopia. Emerge la figura di una donna, una madre, attenta, sensibile, e coraggiosa. Una madre che ha avuto il coraggio di lasciare andare il figlio per una strada difficile e pericolosa perché potesse esprimere la sua volontà e forza contagiosa in difesa dei diritti umani, in difesa dei popoli oppressi.

 

Monica Mazzoleni

Segnali di Fumo, il magazine sui Diritti Umani

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