Il terrorismo dei potenti non si chiama così
Nessuna emittente televisiva ha parlato di azioni terroristiche riguardo alla catena di esplosioni dei cercapersone e dei walkie talkie nel Libano. Il potente servizio segreto israeliano ha realizzato un attentato terroristico senza precedenti, studiato e pianificato.
di Cagliari - Carlo Bellisai
Quale maggior terrore di quello che si incute facendo esplodere i dispositivi elettronici personali? Ti esploderanno in mano, sulla faccia, o in una borsa, in una tasca. Coinvolgeranno le persone vicine in quel momento, i semplici passanti. Ma poi perché tante esplosioni insieme e in luoghi anche distanti, se non per incutere terrore?
Allora perché si parla di “attacco cibernetico”, o “maxi-sabotaggio”, di “azione senza precedenti”, senza dare il vero nome a questo ignobile atto?
Se per caso (speriamo di no) esplodessero contemporaneamente anche solo dieci cellulari in Europa, subito si userebbe quell’aggettivo, “terroristico”, che non è stato accostato a quanto è stato fatto su larga scala da Israele in questi giorni di settembre. Perché i media non usano lo stesso metro di giudizio e lo stesso linguaggio?
Semplicemente perché in tutta Europa, soprattutto in Italia, ma ancor di più in Sardegna, siamo storicamente assoggettati agli Stati Uniti e alla NATO. Israele è stretto alleato degli USA e del Regno Unito in Medioriente fin dalla sua nascita e l’Europa è connivente e incapace di mediare.
D’altra parte i tempi che stiamo vivendo sono poco propensi alla mediazione, all’ascolto reciproco, al confronto. Le divisioni attraversano gli Stati, ma anche i rapporti sociali, quelli di genere, quelli familiari, affiorano perfino all’interno dei movimenti di cambiamento sociale. Forse bisognerebbe trovare il modo di ribaltare la narrazione militarista del nemico, che sta prendendo sempre più spazio nell’immaginario collettivo. Sicuramente bisognerebbe ascoltare di più la natura, dalla quale ci siamo follemente distaccati.
Resta da dire che l’informazione che detta la regola di cosa si possa definire terroristico e cosa invece in altro modo, anche in casi estremi come quello citato, non è una buona informazione.
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox