Il romeno Dacian Ciolos prossimo Commissario all’agricoltura?

Ciolos ha una notevole esperienza europea nel campo ed è stato Ministro per l’Agricoltura e le Foreste del suo paese durante il gabinetto Tariceanu.
Durante il Consiglio europeo del prossimo 29– 30 Ottobre i ventisette paesi dell’Unione, riuniti sotto la Presidenza svedese, dovrebbero mettere a punto la lista dei Commissari chiamati, nei prossimi cinque anni, a governare l’Unione. Pochi giorni prima il portoghese Manuel Barroso dovrebbe essere confermato nel ruolo di Presidente della Commissione che attualmente occupa. La ripartizione tra i ventisette paesi dei posti da commissario è attualmente in corso e frenetiche consultazioni telefoniche si intrecciano tra le capitali dei paesi- membri al fine di giungere senza polemiche ad una rapida quadratura del cerchio. In questa tornata una delle poltrone più importanti all’interno della Commissione potrebbe toccare ad un paese della cosiddetta “ Nuova Europa”. Si vocifera da più parti che al ruolo di Commissario per l’agricoltura dovrebbe assurgere il romeno Dacian Ciolos, già ministro indipendente all’agricoltura nel suo paese durante il precedente gabinetto Tariceanu. Liberal- Democratico, Ciolos, di etnia ungherese e nato nella città transilvanica di Zalau, è uno stimato professore universitario di agraria, università di Cluji, prestato alla politica.
Già fin dall’inizio delle trattative intavolate dal suo paese con Bruxelles, nel lontano 2000, al fine di garantire alla Romania un futuro nell’Unione Ciolos ha bazzicato nei corridoi dei palazzi del potere nella capitale belga entrando a far parte prima del cosiddetto “ Gruppo di Bruges” e poi, sino al 2003, del programma europeo Sapard, il cui scopo era appunto quello di favorire lo sviluppo rurale delle nazioni dell’Europa centro- orientale candidate ad entrare nella confederazione a ventisette. La candidatura del quarantenne romeno è stata avanzata dal premier di Bucarest Emil Boc ed il governo l’ha immediatamente approvata. Le remore dei socialisti del Psd che, guidati dal Presidente del Senato Mircea Geoana, propendevano invece per la presentazione, da parte romena, alla presidenza di turno svedese di una rosa di nomi sono state rapidamente superate. “E’ meglio presentarci, di fronte ai nostri partner europei, con una indicazione certa e forte dietro la quale ci sia tutta una nazione piuttosto che presentare, in maniera balbettante, una rosa di nomi da destinare ad un qualsiasi commissariato a scelta degli altri. In questo ultimo caso rimarremmo con un pugno di mosche in mano”, ha chiosato Boc, mettendo tutti d’accordo.
Durante le recenti cerimonie per ricordare i settant’anni dall’inizio della seconda guerra mondiale, svoltesi nella città polacca di Danzica, il primo ministro romeno ha ottenuto l’appoggio del collega polacco Donald Tusk, esponente di un paese che qualche pensierino al commissariato per l’agricoltura l’aveva pur fatto. Anche Grecia e Francia caldeggerebbero l’opzione Ciolos. Al fine di assicurarsi l’appoggio pure di altre nazioni dell’Unione il ministro degli esteri romeno Cristian Diaconescu da domani inizierà un giro delle capitali europee cominciando da L’Aia, dalla capitale di quel paese cioè che ultimamente ha criticato proprio la Romania per gli insufficienti risultati ottenuti nella lotta contro la corruzione della Pubblica amministrazione. La maggior antagonista di Ciolos alla carica è oggi la danese Mariann Fisher Boel, commissario uscente. Sicuramente per Ciolos, ove venisse nominato alla carica, si profilerebbe comunque un quinquennio impegnativo considerato che in Europa gli interessi delle ricche agricolture della parte settentrionale dell’Unione da decenni sono contrapposti a quelli delle agricolture dei paesi meridionali. Ci sarà soprattutto da ridefinire, dopo il faticoso processo di allargamento, la questione delle cosiddette “ quote- latte” che in Italia tanto fanno discutere i politici nostrani.
Già fin dall’inizio delle trattative intavolate dal suo paese con Bruxelles, nel lontano 2000, al fine di garantire alla Romania un futuro nell’Unione Ciolos ha bazzicato nei corridoi dei palazzi del potere nella capitale belga entrando a far parte prima del cosiddetto “ Gruppo di Bruges” e poi, sino al 2003, del programma europeo Sapard, il cui scopo era appunto quello di favorire lo sviluppo rurale delle nazioni dell’Europa centro- orientale candidate ad entrare nella confederazione a ventisette. La candidatura del quarantenne romeno è stata avanzata dal premier di Bucarest Emil Boc ed il governo l’ha immediatamente approvata. Le remore dei socialisti del Psd che, guidati dal Presidente del Senato Mircea Geoana, propendevano invece per la presentazione, da parte romena, alla presidenza di turno svedese di una rosa di nomi sono state rapidamente superate. “E’ meglio presentarci, di fronte ai nostri partner europei, con una indicazione certa e forte dietro la quale ci sia tutta una nazione piuttosto che presentare, in maniera balbettante, una rosa di nomi da destinare ad un qualsiasi commissariato a scelta degli altri. In questo ultimo caso rimarremmo con un pugno di mosche in mano”, ha chiosato Boc, mettendo tutti d’accordo.
Durante le recenti cerimonie per ricordare i settant’anni dall’inizio della seconda guerra mondiale, svoltesi nella città polacca di Danzica, il primo ministro romeno ha ottenuto l’appoggio del collega polacco Donald Tusk, esponente di un paese che qualche pensierino al commissariato per l’agricoltura l’aveva pur fatto. Anche Grecia e Francia caldeggerebbero l’opzione Ciolos. Al fine di assicurarsi l’appoggio pure di altre nazioni dell’Unione il ministro degli esteri romeno Cristian Diaconescu da domani inizierà un giro delle capitali europee cominciando da L’Aia, dalla capitale di quel paese cioè che ultimamente ha criticato proprio la Romania per gli insufficienti risultati ottenuti nella lotta contro la corruzione della Pubblica amministrazione. La maggior antagonista di Ciolos alla carica è oggi la danese Mariann Fisher Boel, commissario uscente. Sicuramente per Ciolos, ove venisse nominato alla carica, si profilerebbe comunque un quinquennio impegnativo considerato che in Europa gli interessi delle ricche agricolture della parte settentrionale dell’Unione da decenni sono contrapposti a quelli delle agricolture dei paesi meridionali. Ci sarà soprattutto da ridefinire, dopo il faticoso processo di allargamento, la questione delle cosiddette “ quote- latte” che in Italia tanto fanno discutere i politici nostrani.
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