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Il passo indietro di Gianfranco Fini

Chi vuole elezioni anticipate?

Il passo indietro di Gianfranco Fini

Dopo le roventi polemiche di questi giorni, in cui la vera politica sembra essersi fermata, il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha cercato di spiegare agli Italiani i suoi contrasti con Silvio Berlusconi e con il Popolo delle Libertà, intervenendo ad alcune trasmissioni televisive e dibattiti politici.
 
Ora il suo atteggiamento è meno irriverente ed aggressivo. Rientrato il proposito di formare ufficialmente un gruppo parlamentare autonomo, rivendica però il diritto al dissenso nell’interno del partito di cui è cofondatore.
 
Ribadisce di voler restare nel PdL, pur mantenendo la carica di Presidente della Camera, per rinforzarlo e non per indebolirlo. Sostiene che in un grande partito il dibattito interno sia un necessario indice di democrazia per trovare una linea comune. "Non si può pensare", ha detto, "che non esprimere sempre il consenso autorizzi il sospetto, o, peggio ancora, l’illazione diffamatoria che si lavori contro il Governo".
 
Insomma un passo indietro, che si dubita sia veramente compreso dal Presidente del Consiglio Berlusconi e dagli stessi finiani. In altre parole resta da chiarire se Fini è in buona fede, cioè se il suo gesto di distensione sia effettivamente ispirato dal desiderio di migliorare le scelte del PdL in merito al suo operato ed in particolare alle riforme che il Governo intende attuare, oppure sia un atteggiamento dettato semplicemente dalla prudenza di non tirare troppo la corda per non rischiare di restare fuori dal giro.
 
Ma ciò che sorprende è anche l’atteggiamento del Partito Democratico, che, attraverso i discorsi del Segretario Bersani e di altri parlamentari, pare consideri il Presidente della Camera in sintonia con la sinistra e quindi, nonostante le sue precisazioni, da utilizzare contro Berlusconi. Forse non è abbastanza chiaro se Gianfranco Fini aspira ad una destra diversa o a qualcosaltro !
 
Che le opinioni di Fini sulla gestione del PdL, sull’attuazione delle riforme e sui rapporti con la Lega Nord, divergano da quelle di Berlusconi, si è capito da tempo. Non tollera il berlusconismo, l’appiattimento ai programmi della Lega e soprattutto l’asse Berlusconi /Bossi.
 
Ma in sostanza mira a ridimensionare le riforme e in particolare il Federalismo fiscale , tanto caro a Bossi e alla Lega, considerata una grande opportunità, specie per il Sud.
 
Fini insiste che bisogna conoscere i costi per il realizzo, attraverso la discussione dei decreti attuativi, "tenendo sempre come stella polare l’unità". E ribadisce che è irresponsabile chi parla di elezioni anticipate, che esporrebbero il Paese a rischi di instabilità devastanti.
 
Ma Bossi, che nei giorni scorsi si era espresso per una drastica "cacciata" di Fini, continua a ripetere che " se non si porta a casa il Federalismo ci penserà la Lega a far cadere il Governo".
 
Una situazione, anche se mitigata dallo stesso Fini, che continua ad essere molto delicata e difficile.

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