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Il miracolo aquilano: una propaganda ininterrotta

Se non vi fosse ancora sufficientemente chiaro, a L’Aquila si è realizzato un miracolo. Il concetto, reiterato fino allo spasimo anche per i più equilibrati di noi, è ormai un chiaro mantra. Ripeti, ripeti, e prima o poi ti convinci anche tu.

Il manifesto che vedete è affisso da ieri mattina in diversi punti all’interno della Caserma di Coppito della Guardia di Finanza.

Tralascio l’evidente assenza di buon gusto di chi ha scelto il modo, ma soprattutto il luogo per mandare in scena l’ennesima propaganda: all’interno della suddetta caserma infatti, ancora oggi vivono famiglie aquilane che non possono essere raggiunte nei loro alloggi da visitatori con la stessa semplicità con cui potete farlo voi negli alberghi, nelle C.A.S.E. o nelle vostre case, a seconda di dove vi troviate (a L’Aquila è sempre necessario premettere che alcune cose sono possibili solo in alcuni casi/luoghi/sistemazioni, e precluse in altri)

Per i residenti della Caserma della Guardia Di Finanza, ad esempio, il miracolo citato nel manifesto non si è avverato e, per questo, 13 mesi dopo il terremoto vivono come allievi sottufficiali delle giovani famiglie, anziani e bambini.

Anche così si mantiene una divisione netta. Tra miracolati e non. E chi l’ha fatto lo sa bene, il “divide et impera” è un ottimo sistema di… comando e controllo, tanto per dirne una. E a quanto pare, l’esperienza continua.

P.S.: nel manifesto di propaganda si legge: "dopo nove mesi dal sisma 15.000 aquilani sono stati alloggiati in 4.449 appartamenti costruiti e completamente arredati, di cui 300 già consegnati a meno di sei mesi dal terremoto del 6 aprile 2009. Vere e proprie case con elevati livelli di risparmio energetico, equipaggiate con pannelli solari e fotovoltaici, sismicamente isolate ad un costo di 1318 euro al metro quadrato (e sappiamo invece che costano 2400-2700 euro/mq). Sono stati realizzati 513 impianti di ascensore (ce ne hanno messi infatti 3 per ogni piastra, tanto paga Pantalone), 22 km di strade (le hanno volute costruire in aperta campagna, secondo loro dovevamo farcela a piedi?), 16 km di acquedotti, oltre 50 km di fognature (fatta eccezione per quei siti del progetto CASE che scaricano senza depuratori nel fiume Vera), 46 cabine elettriche, 7 centrali telefoniche (ebbene sì, c’hanno dato persino la corrente ed il telefono). Sistemati a verde 62 ettari di terreno (16 milioni di Euro per il verde pubblico, comprese le palme che si sono gelate al primo accenno d’autunno… chissà, forse credevano che se da noi nevica e abbiamo abeti, querce, pioppi fosse solo perché la natura dalle nostre parti è sfaticata), mettendo a dimora 260.000 arbusti, 11.000 alberi, create 30 aree gioco e 8 campi sportivi polivalenti, posati 1500 pezzi di arredo urbano e 2.000 pali di illuminazione”.

Firmato, Consorzio for C.A.S.E.

(Per gli amici, la cricca?)

 

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