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Il metodo Santoro

Dopo il metodo Boffo, nasce il metodo Santoro: si rende la vita impossibile ad un conduttore e alla sua equipe, per indurlo a lasciare la Rai, e quando la situazione è matura, con un bel contratto lo si caccia.

E non importa se ciò produce danni all’azienda, il necessario è il risultato.

Quale azienda renderebbe la vita impossibile ad una gallina dalle uova d’oro, ad un conduttore che fa sei milioni di spettatori, e produce tanti proventi in pubblicità?

Quale azienda lascerebbe alla concorrenza il numero uno del giornalismo televisivo?

La logica imprenditoriale non riesce a spiegare una scelta suicida come questa.

Il fatto è che la trasmissione di Santoro non è gradita al PDL, ma anche la Rai tre non è gradita al PDL.

E così, dopo Santoro, il metodo è già in atto: per Fazio, Dandini, Gabanelli, ancora in attesa dei contratti. E Fazio ha già annunciato che il programma "Vieni via con me" non sarà trasmesso in Rai.

Ma esso non viene applicato a Minzolini, Vespa e Paragone. Nessun fastidio per questa gente. I fastidi sono riservati ai programmi sgraditi.

Dunque niente economicità gestionale in Rai, niente par condicio, niente pluralismo informativo.

Si gettano le basi per la distruzione della Rai come azienda per l’antieconomicità gestionale e come servizio pubblico per la violazione della par condicio e del pluralismo informativo.

Una deriva di uomini, soldi, diritti dell’utenza e cultura in una Rai già dissestata.

Ma questa è la distruzione della Rai.

Una distruzione chiosata da Bersani in chiave amministrativa/contabile: i responsabili pagheranno.

Ma il problema è politico.

Quali iniziative politiche in sede di vigilanza Rai, quali iniziative politiche in sede parlamentare, quali iniziative politiche per coinvolgere la gente, nella sacrosanta protesta contro l’arroganza dei servi liberi e dei servi non liberi.

Deve emergere che la Rai è cosa loro e non di tutto il popolo italiano.

E allora le dimissioni dei membri dell’opposizione dalla vigilanza e dal consiglio di amministrazione possono contribuire allo scopo.

Se non ora quando? Quando la Rai sarà già distrutta?

Non ci si può limitare ad attendere le sentenze di condanna della Corte dei Conti, per danno erariale contro amministratori infedeli.

Non è possibile immaginare che la gente Rai, oltre a subire il metodo Santoro, debba anche subire l’inerzia dell’opposizione che non sa di comunicazione e non comprende la portata eversiva di un evento che cancella la voce dell’opposizione dalla Rai.

L’opposizione e gli uomini Rai lasceranno che l’azienda pubblica venga distrutta senza colpo ferire?

Santoro ritiene di no, ritiene che è ancora possibile, per la politica, far sentire la propria voce e così anche per gli uomini liberi che sono in Rai. Per questo non ha ancora firmato con nessuna emittente e ha lanciato la sfida alla Rai: “Mi vuole la Rai per un euro a puntata?”

Una sfida che è un atto di fiducia ma anche una denuncia, giacché scopre le carte e inchioda ciascuno alle proprie responsabilità:maggioranza, opposizione, uomini Rai.

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