La qualità di vita della futura umanità si sta giocando in questi
anni e dipenderà totalmente dall’impegno e dalla volontà che il potere
attuale, in qualsiasi parte del mondo si trovi, metterà per realizzare
strutture idonee a fornire una quantità di energia sufficiente a
sostenere le attività strategiche e vitali delle prossime generazioni.
Un bell'impegno se rapportato con i presupposti preoccupanti derivanti da due semplici ed espliciti dati: incremento esponenziale della popolazione e quindi dei consumi ed incremento della temperatura media del pianeta che rende assurda l'ulteriore realizzazione di centrali elettriche a combustione. Rimangono così due alternative obbligate: centrali nucleari o fonti energetiche alternative.
Attualmente l'Europa sembra essere il continente che prima di tutti ha varato un piano serio, realizzabile ed adeguato alla sfida energetica che pone la salvaguardia ambientale e climatica al primo posto. Si chiama "Desertec" ed è un progetto di una rete di centrali elettriche e infrastrutture per la trasmissione di energia elettrica a lunga distanza finalizzate alla distribuzione in Europa di energia prodotta da fonti rinnovabili (in particolare energia solare dai deserti del Sahara e del Medio Oriente tramite la tecnologia del solare termodinamico ed energia eolica prodotta sulle coste atlantiche).
Proposto dalla Desertec Foundation, il progetto verrà realizzato da un consorzio internazionale, il DII GmbH/Desertec Industrial Initiative. Desertec è stato promosso dal Club di Roma e della tedesca Trans-Mediterranean Renewable Energy Cooperation (TREC)).
Nel marzo scorso Enel Green Power, insieme ad altre aziende di Spagna, Francia e Marocco, è entrata nella joint venture.
In pratica il mega-progetto prevede l'installazione di impianti solari nell'immenso deserto del Sahara ed il trasporto dell'energia prodotta verso l'Europa tramite cavi sottomarini con l'apporto in rete dell'energia eolica proveniente dalla realizzazione, nei mari del Nord, del progetto"Supergrid".
Il mega progetto eolico che ha l'obiettivo di alimentare i grandi generatori a elica con il poderoso vento che spira nei tempestosi mari del Nord coinvolge Gran Bretagna, Irlanda, Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Norvegia.
E' stato ideato anche un ingegnoso sistema di stoccaggio dell'energia in surplus prodotta, costituito da una rete di "batterie naturali" fornito dai fiordi norvegesi che saranno sbarrati con dighe realizzando dei bacini idroelettrici alimentati con l'acqua pompata per mezzo dell'energia eolica in eccesso, per poi rialzare le dighe e sfruttare l'effetto cascata con la conseguente produzione di energia nelle turbine a valle, quando l'energia eolica è in difetto rispetto alla richesta globale.
Il progetto Desertec prevede anche l'utilizzo di altre forme di energia pulita come maree, onde, biomasse. Insomma un megaprogetto che rappresenta una prima vera sfida per rilanciare le energie rinnovabili come produttori primari di energia e non solo integratori marginali.
Commenti all'articolo
Di Renzo Riva(---.---.---.166)10 dicembre 2010 22:31
Ma è possibile sig. Riva che Lei si diverta a fare spamming a tutti gli articoli, scritti bene o scritti male per Lei è lo stesso, che parlino di energia? Francamente mi fa un po’ pena... forse la pagheranno per cercare di essere un "opinion maker" ma assomiglia a quei marocchini che lasciano la pubblicità nella mia cassetta della posta...
Si vede che la pentola bolle perchè ,guarda caso stiamo affrontando lo stesso tema in diversi post .
Le "fonti rinnovabili" non possono risolvere il problema di fondo che consiste nel sapere se siamo o no disposti ad accettare un regresso sul piano del livello di civiltà . Perchè entro breve , questo sarà il nodo da sciogliere .E soltanto con le "rinnovabili" questo problema non sarà nè tecnicamente nè economicamente assolutamente risolvibile .Bisogna uscire dai sogni e guardare in faccia la realtà .
L’opzione nucleare è una strada obbligata , non la sola certamente, ma non eliminabile e , soprattutto , non bisogna farsi suggestionare da chi ha interesse a remare contro o da chi non sa letteralmente di cosa parla . Lo stesso Rubbia , che sostiene Desertec , non esclude assolutamente a priori il ricorso al nucleare .Anzi.
Altrimenti bisogna dire ai cittadini , con franchezza ,cosa ci aspetta nei prossimi anni .Poi saranno cavoli amari (per tutti) .