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Il fenomenale dibattito nel PD in vista delle primarie, tra rottamazione e usato sicuro

Assistiamo, in questi giorni, all’intensificarsi del dibattito interno al PD in vista delle annunciate primarie. Oggetto del dibattito: come ovviare alla disoccupazione dai numeri sempre più impressionanti; quali provvedimenti assumere per il superamento della crisi; quali tutele dei diritti per e sul lavoro; quali strumenti di lotta alla corruzione, senza compromessi; quale regime fiscale equo e solidale adottare e altri innumerevoli argomenti di simile futilità. Si scherza, scusate. Suvvia, siamo in Italia! Può mai ipotizzarsi un partito politico il quale, candidato alla guida del Paese, possa disquisire intorno a simili facezie al di fuori di alcune trasmissioni TV? Sono forse temi che possano in qualche modo riguardare il dibattito politico all’interno delle sedi istituzionali? All’approssimarsi delle elezioni conta tutt'altro. Dopo un Berlusconi che ha acquisito a più riprese la guida della nazione attraverso lo sbandieramento di belle donne, siliconate e non, di vari formati e misure; con un Grillo il quale, a stare ai sondaggi, conquista terreno a suon di battute da trivio e sacrosante proteste, ma avulse da qualsiasi seria proposta, si vorrebbe pretendere un PD impegnato a discutere di e su cose concrete? Meglio emulare gli ex e i probabili nuovi vincenti ricorrendo alle facezie che ne hanno determinato e, forse, ne segneranno la fortuna nell’imminente futuro.

Ecco, dunque, il “rottamatore” Renzi che si sbraccia in ogni dove nel tentativo di farsi passare come il nuovo pronto ad avanzare, con un programma da far invidia al PDL, mentre Bersani, di contro, consigliato da chissà chi, non trova di meglio che appiccicarsi addosso la definizione di “usato sicuro”, ignorando quanti bocconi amari abbia fatto ingoiare agli italiani nell’approvare tanti discutibili provvedimenti del governo Monti, cosa della quale dovrà farsi perdonare, se ci riuscirà. Viene da considerare se questi due personaggi abbiano la facoltà di discernere sulle proprie “sparate”. I termini “rottamazione” e “usato sicuro” richiamano pari pari il settore auto, cioè Fiat, cioè Marchionne, cioè imbroglio, cioè dileggio della legge, cioè dileggio dei diritti civili, e qui meglio fermarsi. Tanto verrà percepito, per traslazione, dal sentire collettivo, almeno quello che si richiama ai più sani ideali di una società umanista e solidaristica. Brutto affare.

Berlusconi e Grillo hanno fatto ridere in passato e ancora lo faranno in futuro, ma loro sono due professionisti della comicità. Bersani e Renzi, nel tentativo di emularli, rischiano di ottenere il risultato opposto, procurando una profonda pena nell’elettorato di sinistra. Molta gente, alle prossime elezioni, si recherà alle urne turandosi il naso. Il minimo che chiede è di poter trattenere il respiro per il solo tempo di schiaffare una x da qualche parte sulla scheda elettorale nella speranza di poter scegliere il meno peggio, per non doversene stare a casa, al pari della gran parte degli italiani, ma senza correre il rischio di soffocare all’interno del metro quadro dell’urna.

P.S.: Confesso di nutrire la più profonda ammirazione nei confronti di colui che ha coniato lo slogan col quale Renzi si presenta in giro per lo stivale, quel “Adesso!” sintetico quanto fu il “We can!” di Obama, ma sotto il quale non si sarebbe potuto agevolmente scrivere un chiaro invito sul cosa fare “Adesso!” Mi starò sbagliando, ma mi preparo a collezionare gli esilaranti consigli degli italiani.

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