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 Home page > Tribuna Libera > Il dubbio amletico sui vaccini

Il dubbio amletico sui vaccini

Amleto di William Shakespeare aveva un dubbio atroce, il famoso “dubbio amletico”.

Vivere o morire, concretizzato in una delle più conosciute e diffuse frasi della letteratura mondiale: “essere o non essere, questo è il dilemma”, che determinava in lui una costante e crescente indecisione, e quindi l’incapacità di agire.

Così come Amleto non teneva nella sua mano alcun teschio nel pronunciare la sua frase, allo stesso modo il Governo, a mani al momento vuote, si inquieta ed interroga, nel più materialista e terreno: “vaccini o non vaccini, questo è il dilemma”.

Ecco, il “dubbio governativo” non è di natura spirituale, teoretica, ma pratico, realistico.

Ora, al netto dell’ironia il dilemma è reale ed anche attuale.

Eravamo partiti dalle esternazioni della Paola Taverna, siamo arrivati alla libertà di vaccino.

In Italia, per come siamo abituati, proprio culturalmente, già in presenza della legge il rispetto rimane un optional, pensa un po' con la “flessibilità”... su base volontaria.

Mica siamo fatti della stessa sostanza dei sogni

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Fra (---.---.---.39) 10 settembre 2018 07:44

    Sull’obbligo però è razionale nutrire qualche perplessità, l’unico motivo per obbligare qualcuno ad un dato comportamento è la difesa degli altri da rischi gravi ( in questo caso parliamo degli immunodepressi) ma analizzando i singoli casi... il tetano è un rischio grave ma non si trasmette da persona a persona, la pertosse è un rischio grave per i lattanti (mia figlia era debole e il primo anno non l’abbiamo mandata al nido) ed anche con l’attuale programma la protezione si raggiunge solo a 6 mesi e non ho capito se si è tutelati solo dai sintomi, l’epatite b si contrae tramite sangue o a trasmissione sessuale (ci sta obbligare ma dalle medie, elementari al max), la polio è presente in natura ancora solo in Pakistan e dintorni (così dicono le fonti ufficiali) non avrebbe più senso controllare chi viaggia o proviene in quei luoghi? Ok l’obbligo e la razionalità i bassi rischi, ma se io voglio rischiare su di me (bere o fumare) dovrebbero essere affari miei, o credere nei folletti o in una divinità. ..poi c’è chi è per il proibizionismo o lo stato totalitario ma sono posizioni che speravo essere meno diffuse

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