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Il coraggio di chiamarsi TG1

Il coraggio di chiamarsi TG1

Deve essere a dir poco imbarazzante aprire la pagina del TG1 su Facebook e leggere i commenti sulla Bacheca. Devono avere proprio delle belle fettone di prosciutto sugli occhi, Minzolini & Co., per non accorgersi del disagio e dei malumori che il loro notiziario sta provocando.
Ebbene, io credo che in questa decina di mesi di gestione minzoliniana, il TG1 abbia colmato un vuoto, uno spazio lasciato morto dal potere videocratico del premier, un buco troppo evidente tra le due eccellenze berlusconiane, il TG4 e Striscia la Notizia.

Un paio di giorni fa il TG1 per poco non ha imitato Zelig, sfiorando il culmine dell’indecenza, con la sua oramai arcinota notizia dell’assoluzione di Mills.

Io tutto sommato credo che quel "Mills assolto" sia stato un segnale, tipo un "Missione Compiuta", oppure "Il dado è tratto", o ancora "Les jeux sont faits". "Indietro non si torna".

Perché se quella notizia Emilio Fede l’avesse data alla sua maniera: "Mills assolto, Berlusconi innocente", Striscia la Notizia invece ci avrebbe ricamato sopra "I giudici si sono dimenticati di condannare Mills in tempo, portiamogli un tapiro a lui ed un gongolo a Silvione".

Invece è arrivato il TG1 ed ha sbaragliato la concorrenza.
"L’assoluzione di Mills. Mills assolto".
Una frase che vieterei ai minori di anni 18.

Fino all’anno scorso la propaganda berlusconiana era divisa su due fronti, oggi ne sono tre: c’era quello al Tg4 che ne parlava bene e basta, c’era quello a Striscia la Notizia che non ne parlava bene ma soprattutto si limitava a non parlar male di lui, e poi mancava quello che ne parlava bene limitandosi a non parlar male di lui.
 
E’ arrivato: il Minzo + il TG1. LA SINTESI.

Se mi chiedessero all’estero il simbolo della decadenza italiana, la figura tradizionale, l’immagine più sintetica e più concisa dei rapporti tra Berlusconi e l’Italia, io mi servirei di queste due letterine accompagnate da questo numerino: il TG1.

Lo stato supino e genuflesso all’imprenditore, il servizio pubblico alla mercé del più ricco e del più potente, il servilismo culturale sopraffatto dall’arrogante gossip, lo sfruttamento di un’ ingente risorsa pubblica a vantaggio del singolo e a discapito del popolo.

L’assoluzione di Mills: Missione Compiuta.
Il dado è tratto. Les jeux sont faits. Indietro non si torna.
 
Bravi Ragazzi.
Ora sì che la scomparsa dei fatti è completata.

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