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 Home page > Attualità > Politica > Il carroccio con il turbo dà la polvere a tutti

Il carroccio con il turbo dà la polvere a tutti

Allora è fatta. Due su tre italiani hanno votato (il terzo li ha mandati affanculo indistintamente tutti), le regioni sono sistemate, tutti hanno vinto dal loro punto di vista, tutti gli altri hanno perso sempre dal loro punto di vista. La partita è chiusa, per ora, perché il bello deve ancora venire, come dicevo ieri.

Non stiamo qui a commentare i risultati: ne abbiamo sentite e ne sentiremo a iosa per le prossime due settimane. Due dati oggettivi, però, vanno rimarcati.
Aldilà del numero delle bandierine piantate sulla cartina geografica, il partito e la figura stessa di Berlusconi (che sono un tutt’uno) escono ridimensionati da questa tornata. Il partito del 51%, come lo ha definito il cavaliere, si ferma a quasi la metà esatta. Alle politiche ultime la coalizione di governo (PdL, Lega e Mpa siciliano) aveva incassato il 46,8%; levando il 12,8% padano di oggi ed un 4,06% siciliano del 2008, resta un 29,33% netto per il PdL che perde quindi 2,5 punti percentuali e si attesta a poco più del PD.

In queste condizioni è chiaro che, come ha già detto qualcuno, è Berlusconi che ora è un alleato della Lega, e non viceversa, con tutte le conseguenze del caso.
Sul fronte opposto la situazione non è rosea ed il "caso" Puglia ne è la dimostrazione lampante: ha sì vinto il candidato della sinistra, ma non del Partito Democratico. E qui torna in campo ancora la Lega, come esempio da seguire e come aveva ben capito il Prodi del primo successo: le battaglie fine a se stesse non portano a nulla, serve un grande progetto sul quale aggregare gli italiani.

Bossi da vent’anni porta avanti la sua campagna sul federalismo, con annessi e connessi, e la gente lo premia, non solo al nord. Il primo successo del professore su Berlusconi si basò sul grande progetto di un’Italia che doveva entrare in Europa perché, sui grandi obiettivi gli italiani non si tirano indietro, come fu per la Ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale.

Se Berlusconi non cadrà per le lotte intestine, non cadrà certamente finché la sinistra non si doterà di un grande progetto nazionale.

Solo un piccolo accenno al Piemonte, per concludere in bellezza. Il popolo di sinistra deve mandare un bel mazzo di fiori a Beppe Grillo: la sua "discesa in campo" ha trombato la Besso sottraendole un bel 4% di voti. Grillo può andarne fiero e, perché no?, può sempre puntare adesso ad un assessorato con la Lega di Cota. Dopo le veline e le soubrette, al governo avremo anche i cabarettisti? Pensaci Silvio, è una buona opportunità per portar via ulteriori voti all’opposizione rossa.

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