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Il Manifesto di Ventotene e l’Europa Federale

Nel 2018 la quasi totalità degli italiani parlano la stessa lingua e non ci sono precedenti storici su un tale grado di convergenza linguistica, decisiva per la nostra democrazia.

Storicamente, l’idea dell’unilinguismo politico ha giocato un ruolo fondamentale per il concetto di Nazione, avendo un importante ruolo storico-politico e militare. Nonostante ciò, con la globalizzazione e la molteplicità di idiomi, le condizioni di unilinguismo politico appaiano oramai distanti da questa idea tant’è che si parla di multilinguismo.

All’Italia risorgimentale,tra le idee federaliste di Cattaneo e lo stato unitario di Mazzini, il collante culturale linguistico è stato di primaria importanza dato che, parafrasando Massimo d’Azeglio, “Pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani”, “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”.

 

In analogia alla situazione italiana dell’epoca, lo scacchiere europeo attuale deve ancoracompletare la sua formazione iniziata nel 1950 con la dichiarazione di Schuman. Quest’ultima rappresenta una pietra miliare per l’integrazione europea, prospettando il superamento delle rivalità storiche tra Francia e Germania,legate anche alla produzione di carbone ed acciaio, con la creazione di un’ Alta Autorità ,per la messa in comune delle riserve europee di tali materie prime e con la speranza di evitare future guerre.

 

Il progetto di Schuman venne realizzato un anno più tardi con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio CECA con Francia,Germania,Belgio, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi, per poi passare al

Schuman.jpg1957 con la Comunità Economica Europea CEE e al 1992 con l’Unione Europea. Il discorso di Schuman diede avvio all’integrazione europea, posta come base per una futura unificazione federale del Vecchio Continente.Altiero Spinelli, figura chiave del cosiddetto “Piano Spinelli”, membro del Partito Comunista, al termine del secondo conflitto mondiale, fondò il Movimento Federalista. Condannato dal Tribunale speciale fascista di Mussolini, per essere membro del Partito Comunsita, a 16 anni e 8 mesi di reclusione sull’Isola di Ventotene, sposò la causa federalista durante il suo periodo di prigionia. Assieme ad altri prigionieri politici decise di redarre il Manifesto di Ventotene, uno dei primi documenti in cui si sostiene la necessità di una Costituzione europea. Il Manifesto proponeva la formazione di una federazione europea sovranazionale di Stati, il cui obiettivo primario consisteva nel creare un legame tra gli Stati europei che impedisse lo scoppio di una nuova guerra, affermando che un’eventuale vittoria sulle potenze fasciste sarebbe stata inutile se avesse condotto a nulla di più che all’instaurazione di un’altra versione del vecchio sistema europeo di Stati-nazione sovrani, semplicemente uniti in alleanze diverse.
spinelli.jpg

Il 14 febbraio 1984 il Parlamento europeo adottò la proposta del cosiddetto “Piano Spinelli”,il documento costituì una base per l’Atto unico europeo del 1986, che aprì i confini nazionali al mercato comune, e per il Trattato di Maastrict del 1992 con cui nacque l’Unione europea.

Il Manifesto di Ventotene concentra, nella prima parte, la sua attenzione sulle conquiste dopo il periodo degli stati totalitari,sulla libertà dell’uomo, sulla possibilità dei cittadini di partecipare autenticamente alla vita pubblica; rivendica la giustizia sociale; denuncia il modo in cui lo strapotere delle banche e delle oligarchie economiche può compromettere di fatto il funzionamento di una democrazia compiuta, cioè la possibilità che gli individui che ne fanno parte riescano a sviluppare la loro personalità in modo pieno; parla del ruolo della scuola pubblica,della libertà di movimento di esseri umani e merci; individua in un regime economico che favorisce le colossali fortune di pochi e l’indigenza di molti uno dei principali ostacoli alla mobilità sociale e alla promozione individuale.

Nella seconda parte il Manifesto individua i compiti del dopoguerra individuando in un’Europa unita e federale la persona giuridica che meglio può interpretarli, “un saldo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali” e che “spezzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari”.

In materia economica prefigura un modello socialista,ma lontano da quello sovietico: “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita”, “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa, caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio” perché “la statizzazione generale dell’economia una volta realizzata in pieno non porta allo scopo sognato, bensì alla costituzione di un regime in cui tutta la popolazione è asservita alla ristretta classe dei burocrati gestori dell’economia”.

Il Manifesto avverte, in conclusione, che “Mancando ogni seria rivoluzione politica e miniature-di-persone-su-cartina-geografica-696x365.jpgsociale, si andrebbero immancabilmente ricostituendo le istituzioni politiche pre-totalitarie, e la lotta tornerebbe a svilupparsi secondo i vecchi schemi della contrapposizione delle classi”.

(Cohn-Bendit: i tre leader rilancino l’ideale federalista O sarà un’usurpazione – L’intellettuale e politico franco-tedesco: «L’unica via per andare avanti? 
Difesa comune, mutualizzazione del debito e investimenti» Corriere della Sera)

Esercito unico federale; unità monetaria; abolizione delle barriere doganali e delle limitazioni all’emigrazione tra gli Stati appartenenti alla federazione; rappresentanza diretta dei cittadini ai consessi federali; politica estera unica: i cardini del Manifesto spingono verso l’abolizione della divisione dell’Europa divisa in Stati nazionali, evitando così le gelosie nazionali.

(Internet,diritti e democrazia nel ventunesimo secolo – Articolo Frammenti di Utopia)

Un’Europa libera e unita in cui tutti i cittadini possono partecipare alla vita dello Stato.

Religiosamente parlando, il Manifesto continua così:

Il concordato con cui in Italia il Vaticano ha concluso l’alleanza col fascismo andrà senz’altro abolito, per affermare il carattere puramente laico dello stato, e per fissare in modo inequivocabile la supremazia dello stato sulla vita civile. Tutte le credenze religiose dovranno essere ugualmente rispettate,ma lo stato non dovrà più avere un bilancio dei culti, e dovrà riprendere la sua opera educatrice per lo sviluppo dello spirito critico. 

Manifesto di Ventotene. 

Dal punto di vista economico:

“la potenzialità quasi senza limiti della produzione in massa dei generi di prima necessità con la tecnica moderna permette ormai di assicurare a tutti, con un costo sociale relativamente piccolo, il vitto, l’alloggio e il vestiario col minimo di conforto necessario per conservare la dignità umana. La solidarietà sociale verso
coloro che riescono soccombenti nella lotta economica dovrà perciò manifestarsi non con le forme caritative, sempre avvilenti, e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori”

Manifesto di Ventotene. 

Dall’idea di un’Europa a più velocità, già parzialmente reale con i diversi livelli di integrazione tra l’Area Schengen e l’unione monetaria, all’idea di una federazione più stretta come Stato federale con esercito e moneta unitari che “abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli Stati federali le sue deliberazioni diretta a mantenere un ordine comune, pur lasciando gli Stati stessi l’autonomia che consenta una plastica articolazione e lo sviluppo di una vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli” occorre perseguire l’obiettivo di Spinelli di un governo europeo sovranazionale al fine di evitare altre guerre e di unire i paesi del continente in un’Europa unita, dei popoli e democratica.

Occorre quindi fondare una federazione europea, laica e pacifista, che sappia costruire un’alternativa all’attuale sistema economico, ponendo accento sulla diversità culturale, sulla qualità della vita e difesa dell’ambiente,sui diritti umani universali, sulla legalità e sulla cooperazione globale.

Visto il multilinguismo e l’accomunanza del collante culturale linguistico in Europa occorre fare sia l’Europa e sia gli Europei.

La via da percorrere non è facile né sicura,ma deve essere percorsa e lo sarà.

Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni.

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