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Il Libano riconosce la prima unione civile interreligiosa

La coppia libanese formata da Nidal Darwich e Khouloud Soukkarieh, entrambi musulmani ma appartenenti a diverse confessioni, rispettivamente sciita e sunnita, giovedì 25 aprile è riuscita a vincere secoli di tradizione e registrare civilmente la propria unione.

Si tratta di un'eccezionalità senza precedenti. Il Libano, stato mediorientale incastrato tra Siria e Israele ed affacciato sul Mar Mediterraneo, per la sua posizione chiave ospita una popolazione che professa ben 18 differenti religioni.

Le questioni di coppia - matrimoni, separazioni, divorzi, educazione spirituale dei figli – sono affari gestiti indipendentemente da ciascuna comunità religiosa.

In caso di unioni tra praticanti di religioni diverse, la prassi per uno dei componenti della coppia è convertirsi al credo dell'altro, o contrarre matrimonio in un paese straniero (che non viene comunque riconosciuto in patria).

Nidal e Khouloud, dopo essersi simbolicamente sposati a gennaio, attraverso una strenua resistenza si sono appellati al Ministero dell'Interno chiedendo di essere riconosciuti civilmente come coniugi.

In che modo l'hanno avuta vinta? Tramite la richiesta di eliminare dal loro stato civile il campo che ne indica la confessione religiosa, sciita e sunnita.



L'avvocato che li ha sostenuti, Talal Al-Husseini, spiega soddisfatto: «Hanno deciso di presentarsi davanti allo stato libanese in quanto cittadini, e non in quanto membri di questo o quel credo». Grazie a un tale escamotage, i due sfuggono a eventuali futuri tornaconti burocratici.

«È la prima vittoria per uno stato civile in Libano, condizione alla quale tutti auspichiamo» annuncia la coppia, raggiante, in attesa da quattro mesi di un figlio.

E intanto il presidente, Michel Sleiman, si congratula dal suo account Twitter con marito e moglie per il passo storico compiuto.

Tuttavia è fondamentale riconoscere l'importanza della religione in Libano, in cui gli equilibri sociali interni – pur tra mille tensioni - si sono retti per secoli su un impegno reciproco a rispettare i credi eterogenei, riuscendo, nonostante le differenze, a far convivere più comunità sotto un unico Stato.

La difficoltà nel modificare la tradizione è comprensibile se si pensa all'organizzazione statale: essendo il Libano la nazione araba col maggior numero di cristiani, è obbligatorio che il presidente sia, sempre, un cristiano maronita, il primo ministro necessariamente un musulmano sunnita, e il presidente dell'Assemblea Nazionale un musulmano sciita. I 128 seggi dell'Assemblea devono poi essere occupati, equamente, da un'alternanza di cristiani e musulmani.

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