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I nuovi eroi del web: Facebook, YouTube & Co. sfornano vip giornalieri o veri talenti?

I nuovi eroi del web: Facebook, YouTube & Co. sfornano vip giornalieri o veri talenti?

Il web è noto essere il palcoscenico migliore dove esordire. Sarà per la mancanza di pubblico fisico a fissarti negli occhi durante la tua "esibizione", sarà per la possibilità di scegliere la versione migliore del proprio materiale da pubblicare andando quindi sul sicuro, sta di fatto che oramai se vuoi essere famoso
puoi contare su di un canale alternativo agli estenuanti provini.

Non fa eccezione facebook, il più grande dei social network, che grazie alle sue pagine riesce a creare miti giornalieri e vip settimanali. In che modo?

Un esempio ci giunge dal caso di un trentenne napoletano che un po’ per gioco, un po’ per sfogo personale ha deciso di registrare un video con delle proprie riflessioni su fatti quotidiani locali e nazionali, riuscendo ad arrivare a 10 mila iscritti alla sua pagina ufficiale.

Salvio Cocchio, questo il nome del giovane partenopeo è noto al pubblico di "FB" con il soprannome di ’O Merican, che gli è stato affibbiato dai suoi amici per le proprie origini d’oltreoceano.

Incontriamo Salvio nel cuore della periferia napoletana, laddove si sente parlare troppo spesso di morti ammazzati, di corruzione, prostituzione. Ma la provincia napoletana non è solo questo, di tanto in tanto ci regala momenti di relax, con comici che in alcuni casi sono divenuti leggenda, Massimo Troisi su tutti.

La comicità nostrana, quella partenopea verace, senza peli sulla lingua, qui è di casa. Il napoletano è così, con la battuta sdrammatizzante sempre pronta. Salvio Cocchio perciò è l’esempio migliore per ricordare quale sia la vera comicità partenopea. Le sue "gag" benché possano apparire a molti volgari o troppo esplicite, raccontano bene la realtà di un sud che è costretto a convivere con una mentalità molto particolare, che arranca cercando di ampliare le proprie vedute
e che talvolta distrugge i sogni dei giovani ancor prima di farli nascere.

Salvo ci racconta che ha iniziato a registrare, per sfogo personale e per far sorridere i propri amici, un piccolo video mentre era in auto ed aveva appena subito uno dei tanti "complimenti" degli automobilisti kamikaze.

Il suo sfogo in effetti era diretto, volgare (benché avesse celato l’insulto con la musica dello stereo, per i napoletani era facile capire cosa dicesse), eppure questo video è stato subito "cliccatissimo" ed altrettanto diffuso su fb. L’esperimento quindi è stato bissato, con altri apprezzamenti su questione di ordine pubblico, di rispetto civico e altro, fino a quando si è ritrovato con 10 mila fans e ha iniziato a trattare anche di questioni serie, come nel caso di alcuni impiegati al Comune di Napoli e della loro scarsa professionalità.

Il caso di Cocchio è però emblematico e racconta bene quale sia la potenza di social network e simili, ma anche di quanto sia facile e altrettanto difficile gestire una situazione di notorietà virtuale che ti porta comunque ad essere seguito da tutte le fascie d’età. Infatti è lui stesso a confessarci quanto inizi a rendersi conto della responsabilità che grava sulle proprie spalle ad ogni video che pubblica. La sua comicità metropolitana potrebbe essere anche male interpretata, molti ad esempio guardando i suoi video, i suoi atteggiamenti in cui scimmiotta anche un po’ i giovani d’oggi, hanno ipotizzato diverse idee su quale fosse il suo lavoro, su come si guadagnasse il pane giornaliero.

Il risultato è stato scoraggiante, quasi nessuno ha pensato qualcosa di positivo.
Questo testimonia come sia diffusa l’idea che un certo tipo di "parlata", di abbigliamento, possa essere proprio solo ed esclusivamente di malviventi o affini.
Invece Salvio Cocchio è un perito informatico, con una dialettica normale, e con le idee chiare. Ancora una volta insomma l’abito ha fatto il monaco eccome! Sta di fatto che questa ventata di popolarità è comunque servita a far emergere dalla massa quotidiana un comico napoletano, che per tanti sarà volgare, o troppo diretto ma per tantissimi è tra i pochi che ancora racconta le cose come stanno.

Quanto durerà questa fama "cybernetica" non ci è dato saperlo, sono troppi casi in cui i protagonisti di performance canore sono saliti alla ribalta nazionale, facendo comparsate televisive per poi cadere nell’anonimato più totale, probabilmente ancora più oppressivo di quello da cui provenivano. Quello che però ci ha detto
"’O Merican" è che si gode questo momento di popolarità così come si divertiva a fare gli stessi sketch ai quali assistevano i suoi amici al bar, o in auto e qualche passante.

Intanto ha già conquistato anche una fetta di spettatori "nordici" cosa non da poco visto che le sue battute sono prevalentemente in napoletano.

In conclusione, parafrasando un suo motto, non poniamoci troppe domande "O duttor’ ha ditt’ che aggia paria’... e pariamm’" in sostanza "La cura prescritta è la risata--- e ridiamoci su".
 

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