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I leghisti contro Napolitano: "Ha detto che siamo xenofobi". Non sono xenofobi, sono razzisti

I leghisti si sono molto arrabbiati per quanto dichiarato da Giorgio Napolitano. Napolitano infatti ha definito la Lega “la principale espressione di posizioni xenofobe, nazionalistiche e ora anti europeiste, in Italia”.

I leghisti, in primo luogo Salvini, non hanno accettato di essere stati considerati xenofobi. Per quale motivo? Perché per i leghisti il termine xenofobia significa “paura del diverso”. E i capigruppo della Lega, in Parlamento, hanno sostenuto che i leghisti non hanno paura di nessuno, vogliono solo difendere la “loro gente”. E, addirittura, i leghisti intendono denunciare Napolitano. Sono xenofobi i leghisti? Hanno paura dei “diversi”? Non lo so. Io credo che, comunque, siano razzisti.

Secondo il vocabolario on line della Treccani si definisce razzismo: “Ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull’arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente ‘superiori’, destinate al comando, e di altre ‘inferiori’, destinate alla sottomissione, e intesa, con discriminazioni e persecuzioni contro di queste…”.

I motivi che spingono i leghisti ad essere razzisti? Tra questi, forse, non c’è la paura del diverso. L’importante è che siano razzisti. E non possono che essere definiti tali. Lo dimostrano non solo le valutazioni di carattere generale da loro espresse, ad esempio, relativamente ai migranti o ai rom. Lo dimostrano le decisioni concrete, discriminatorie, che molti amministratori leghisti hanno preso. Pertanto, i leghisti, forse, non sono xenofobi, ma sono, senza dubbio, razzisti. Ed essere accusati di razzismo, secondo me, è ancora più grave dell’essere accusati di xenofobia.

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