I giovani ai politici: "È tempo di novità, le Elezioni non bastano..."
Tra le priorità lo svecchiamento della classe dirigente e norme nuove
Non solo casta, "Molti problemi sono di origine culturale..."
Viaggio nel mondo dei giovani. Forse più un Odissea alla ricerca non di Itaca, ma di considerazioni per dare giusto peso al giudizio delle parti sociali. La crisi finanziaria, gli scandali delle regioni, una credibilità nazionale che fa acqua da ogni parte, lo spread che scende a 264 punti senza risvolti in un Paese mediamente sempre più povero. Sogni di un futuro braccato tra i mutui che difficilmente vengono concessi alle fasce sociali deboli e il peso di chimere come Imu e Ires.
Per i giovani tante idee ed entusiasmo per definizione ma prevale la ponderazione per un'Italia che è tutt'altro che uscita dalla crisi sociale e soprattutto morale, oltre un lavoro pressocché introvabile come un ago in un deserto. Una tinta grigia di sfiducia ma ci sono ancora sfumature di idealismo toccate dalle parole di Francesco, "La classe dirigente andrebbe scelta per meritocrazia, sulla base delle capacità di innovare, quella attuale sopravvive per un costume italiano che ancora le permette di esistere... Anche se Monti la sa lunga di politiche estere si pensa ancora al proprio orticello" oppure di Micol che al di là di politica basata sulla teoria e priva di concretezza percepisce un'opaca innovazione da Matteo Renzi e Oscar Giannino "al di là di un Mario Monti che fa la pessima scelta di allearsi con Casini...". Marco introduce due note per il breve termine. "Gli scandali possono anche essere considerati come episodi isolati, è importante invece uscire dalla mentalità politica berlusconiana degli ultimi vent'anni e dare spazio a un possibile e coerente dialogo tra la sinistra e l'ultimo governo tecnico al fine di proseguire le riforme, peccato per la scelta di Monti di salire in politica con forze retrograde come la Chiesa".
Qualche speranza all'orizzonte? C'è chi invece recupera Metternich definendo l'Italia come ancora una mera "espressione geografica" e chi fatica a rispondere come Vittoria: "Perché non c'è ancora la chiara volontà di cambiamento, soprattutto da parte di cittadini che sono ancora quelli che affidano una pistola nelle mani di un pazzo, di una classe politica incosciente...". Se richiamiamo gli scandali, regionali come nazionali, ultima fra tutti la Monte Paschi di Siena, il giudizio prevalente è quello di un apparato normativo inadeguato. "Occorrono nuove regole" dice Eleonora, "Problema normativo che dà spazio a buoni e cattivi di mettere le mani nella marmellata" ribatte Federico "...vale in tutti i campi: i derivati della crisi economica che hanno fatto esplodere la bolle sono il frutto di un utilizzo spregiudicato degli strumenti finanziari, resi possibili da una regolamentazione effimera e vaga...". E se per altri bastano retate di controlli a tappeto per incastrare i furbetti, è l'indignazione a prevalere quando "I politici si tengono stretti le poltrone per mettere da parte un gruzzoletto per la pensione e se poi non esiste ombra di ricambio generazionale, la spuntano sempre i soliti. I Renzi e gli Alfano calano le braghe ai propri padroni e tutto resta come prima" ammette Matteo che non indugia nel definire la scelta di Mario Monti "una svolta quasi criminale per alleggerire i portafogli degli Italiani...".
E se per Marta tanto prevarranno sempre gli interessi personali su quelli del Paese, per Valerio basta per ora dare una possibilità al Partito Democratico di Pierluigi Bersani mentre dall'analisi complessiva sorge una rassegnazione di fronte alla "mentalità italiota" dominante. Quasi nessuno crede nelle nuove Elezioni, un ricambio di foglie sulla sommità di un albero dalle radici malate.
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