• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > I Guardiani del Destino: quando non basta l’amore

I Guardiani del Destino: quando non basta l’amore

Come nella vita vera, in quel quotidiano da cui si fugge per guardare film come questo: l’amore non basta.
 
'I Guardiani del Destino', tratto dalla short story di Philip K. Dick del 1954 (è proprio di Dick il soggetto mentre la sceneggiatura e la regia sono di George Nolfi).
 
L’invettiva di P. Dick respira in questo colossal americano dalle linee perfette, i colori e gli ambienti riproducono il tipico degrado ‘perfetto’, bello da vedere, fatto per essere sognato dal pubblico post moderno. Dick ha mescolato nella storia il Grande Amore con la fantascienza, di certo non una ricetta da lui brevettata anche se, in un qualche modo, un marchio di fabbrica.
 
Eppure in questo film l’amore non basta.
Neppure le trovate fantascientifiche per quanto restano sensate entro le logiche di regole nuove, da imparare e digerire come sono, tipiche del genere (Il Presidente, i guardiani coi cappelli che attraversando le porte si spostano tra location differenti, i libri come mappe interattive del percorso di vita di un individuo…).
 
Probabilmente l’ingrediente che non funziona è Il Destino. O meglio: il concetto che non esiste il libero arbitrio fa parte di numerose teorie, in numerose discipline. Nulla di nuovo, evidentemente.

Nolfi però raccolta la storia di due persone che dovevano essere destinate ad amarsi – stabilivano così i primi ‘disegni’ del ‘Presidente’ – poi qualcosa è cambiato solo che i due in questione continuano a essere irrimediabilmente attratti l’uno dall’altra e si cercano, ci si mettono di mezzo alcune coincidenze favorevoli, per farla breve: trovano il modo di passare del tempo insieme, conoscersi e a quel punto ‘il dado è tratto’, direbbe qualcuno. Ecco che allora intervengono ‘i Guardiani’ che devono ripristinare ‘il disegno’ originale, a volte lo fanno con piccoli interventi, altre volte sono costretti a resettare intere persone per il bene del collettivo. Comunque sia, il volere del Presidente vince sempre. Tranne nel caso di David ed Elise (un Matt Damon non del tutto credibile, diviso tra l’ipotesi di occupare la Casa Bianca e l’amore per una donna vulcanica diversa da lui; e Emily Blunt come sempre stupenda e magnetica).
 
L’amore è il centro di molte storie, si potrebbe perfino azzardare che lo è di tutte le storie, in modi e maniere diverse. Eppure non sempre basta l’Ingrediente-Numero-Uno per garantire a una storia di lasciare qualche traccia.
 
‘I guardiani del Destino’ si poggia su effetti speciali, una fotografia nonché scenari ben impostati, ormai il marchio di fabbrica americano, gli standard made in Usa sono rodati, garanzia di qualità quanto meno di scene bella da vedere, precise, nitide, iper credibili al punto che le strade cupe e i barboni a terra riescono comunque a brillare. Ineccepibile da questo punto di vista.
 
Gli espedienti non reali sono per l’appunto ‘non reali’: ci si può credere o meno, la finzione è sotto gli occhi di tutti, funziona solo se li si accoglie, se ci si crede e si entra nel mood. I cappelli, le porte, i libri e i disegni, i reseat… ingredienti di fiction a ‘disturbare’ il plot centrale comunque ambientato in un Oggi verosimile tra strade newyorkesi, locali tipici, edifici e uffici altrettanto tipici, negozi, ponti e muri rossi in case dalle forme squadrate.
 
Non c’è bisogno di preoccuparsi del finale, anche se basta un pubblico allenato per capirlo dalle prime scene: l’happy end è assicurato. Deve. Sognare invece, è tutt’altra cosa.
 
E se a film come questo si tolgono i sogni, la capacità di entrare nelle finzioni acquisendole come possibili e credendoci al punto da uniformarsi al tutto e cedere alle emozioni, gli sviluppi, i colpi di scena… se non c’è tutto questo: l’amore non basta, si disfa sui volti dei protagonisti come trucco da supermercato dopo qualche ora di movimenti e sudore.
 
 
 
Link
La scheda del film su Coming soon e mymovies.
Il trailer su YouTube.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares