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Guai TAV in pillole

Ventiduesima puntata: “Io sono sempre senz’acqua. E il contatore gira anche con l’aria.”
Stralci della requisitoria che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna.

TRIBUNALE DI FIRENZE
SEZIONE MONOCRATICA
 
DOTT. ALESSANDRO NENCINI Giudice
 
Procedimento penale n. 535/04 R.G.
 
Udienza del 10 aprile 2008
 
 
Requisitoria del Pubblico Ministero dott. Gianni Tei
[Stralcio n. 22]
 
 
“SECONDO IL PROF. CELICO, MEGLIO TUTTA L’ACQUA IN PUNTO CHE IN TRENTACINQUE PUNTI DIVERSI QUANTE SONO LE SORGENTI IMPATTATE [...].
ORBENE, IN ATTESA CHE IL MUGELLO DIVENTI LA NUOVA SILICON VALLEY ITALIANA GRAZIE A QUESTA GRANDE DISPONIBILITÀ D’ACQUA DOVUTA A CAVET, IO CI VEDO UNO SVANTAGGIO.
A ME VIENE IN MANIERA SUPERFICIALE DA PENSARE CHE SE C’È UN PUNTO D’ACQUA TUTTO LÌ, IN UN POSTO SOLO, E IO FACCIO 500 METRI, SE VOGLIO BERE DEVO TORNARE INDIETRO. HO FATTO UN CHILOMETRO E SONO AL PUNTO DI PARTENZA. SE HO 35 PUNTI D’ACQUA AD UN CHILOMETRO L’UNO DALL’ALTRO, CIÒ MI PERMETTE DI SPOSTARMI PER 35 CHILOMETRI SENZA PORTARMI DIETRO NEMMENO UNA BORRACCIA: SARÀ MEGLIO CHE AVERE TUTTA L’ACQUA IN UN PUNTO SOLO”.
 
 
8) ... COMUNQUE C’È L’ASSICURAZIONE DI BOLOGNA.
 
 
Alla peggio, come già anticipato, ci penserà comunque “l’assicurazione di Bologna”, come l’ha denominata il dr. Bechelli, responsabile TAV.
E l’assicurazione c’è davvero.
Forse non è di Bologna, forse è di Milano, l’Ausonia. Ma c’è.
C’è, ma funziona in modo un po’ anomalo.
Compare e scompare, e ha un rapporto strano con la siccità. A volte arriva prima, a volte dopo la siccità.
Con D. I. arriva dopo la siccità.
Teste D. I. - Allora, dopo la prima lettera per primo è venuto il professor Rodolfi che è dell’OAL, Osservatorio Ambientale Locale, poi sono venuti due tecnici dell’ARPAT, poi è venuto personale dell’Italferr però non ricordo il nome, un geologo che si presentò della Fiat Engineering… se ricordo bene il nome è Bollettinari o qualcosa di simile…questo geologo Bollettinari della situazione diceva che probabilmente era una questione meteorologica perché in quell’anno era nevicato poco, c’era poca pioggia, e quindi probabilmente imputava il disseccamento della sorgente a un problema meteorologico.
E a domanda difesa:
Teste D. I. - Io di questo riferimento alla situazione meteorologica lo ricordo perfettamente anche perché l’anno successivo ho riscritto nuovamente dicendo ‘L’anno scorso la situazione meteorologica poteva anche essere così, nel 2001 adesso è piovuto…’”.
Non risultano risposte, se non il fatto che di lì a poco il sig. D. I. riceverà una telefonata dall’assicurazione Ausonia di Milano.
Teste D. I. - … non sono sicuro. Comunque, diciamo, c’è stato tutto questo controllo da parte del geologo Agnelli. Nel 2003 io sono stato contattato da un ufficio tecnico di una compagnia di assicurazione, l’Ausonia, in Milano mi sembra, per conto del CAVET, in cui mi si diceva che rispetto al danno che avevo subito la cosa faceva parte dell’accordo dell’addendum che era stato fatto tra la Regione Toscana e CAVET o chi per lui e che ci sarebbe stato un intervento di realizzazione di un acquedotto tra il comune di Vaglia e il comune di San Piero e che a quel punto ci sarebbe stato un intervento anche per la mia abitazione e che comunque CAVET garantiva fino al momento dell’allacciamento all’acquedotto la fornitura con le autobotti, che sarebbe continuato il servizio. Quindi io, a quel punto, un’assicurazione mi contatta rispetto a quello, ritengo che da parte del CAVET a quel punto ci sia stato il riconoscimento.
 
A volte l’assicurazione arriva però prima della siccità come nel caso di F. M. che rifiuta l’offerta e l’assicurazione per comporre bonariamente la questione e, dopo il rifiuto, gli arriva la lettera della CAVET che gli dice della siccità.
 
Dal punto di vista dei danneggiati non pare che l’assicurazione di CAVET sia una assicurazione su cui fare molto affidamento.
Comunque resta il principio più volte espresso. In uno stato di diritto, in casi come questi, la tutela dei cittadini è anche ex- ante, non solo ex-post. La tutela dei cittadini non è delegabile alle assicurazioni di CAVET.
 
 
9) ... COMUNQUE GLI INTERVENTI CAVET SONO MIGLIORATIVI DELLA SITUAZIONE PREESISTENTE.
 
 
È la parte smaccatamente “aziendale” della CT di Celico ed è a pg. 541. Egli indica gli svantaggi e vantaggi del nuovo equilibrio idrogeologico.
Nel nuovo equilibrio idrogeologico si hanno i seguenti svantaggi:

-  l’abbassamento della quota di disponibilità della risorsa idrica;

-  il prosciugamento, in magra, di alcuni tratti di corsi d’acqua;

-  il prosciugamento di alcuni pozzi e sorgenti.
Niente da dire, siamo d’accordo su tutta la linea. Vuol dire che i fatti non se li è inventati il Pubblico Ministero. Vuol dire che i fatti contestati dalla Procura sono oggettivi e riscontrati.
A ciò si aggiunge l’ulteriore conferma data dal CT Bollettinari che, a tutto concedere alla difesa, indica la differenza tra la tesi dell’accusa e quella della difesa dei quantitativi d’acqua dispersi – solo a livello di sorgenti – in misura del 20%. In verità la differenza è del 7% per i CC.TT dell’accusa, ma poco rileva.
Comunque questi sono gli ordini di grandezza della diversa valutazione degli impatti tra difesa ed accusa. Una differenza che non mai va oltre il 20%.
È sui vantaggi che proprio non vi è la possibilità di addivenire a conclusioni condivise.
Vantaggi sarebbero quelli derivanti:

-  dalla trasformazione di acque superficiali in sotterranee;

-  dal notevole incremento delle disponibilità idriche;

-  dalla concentrazione delle disponibilità idriche;

-  dalla possibilità di utilizzare l’acquifero come “serbatoio stagionale”;


-  dalla necessità di sostituire:
· alcuni piccoli acquedotti privati;
· alcuni piccoli acquedotti pubblici.
Io non li capisco. Non ci vedo nessun vantaggio in tutte queste cose qua.
Sui fiumi che diventano carsici e spariscono i pesci non ce lo vedo, sono limitato. Non si riesce veramente a vedere nessun vantaggio nel trasformare un’acqua superficiale (fiume, torrente?) in acqua sotterranea. Basti ricordare la scomparsa della fauna ittica, il perdere la possibilità di godere della vista e dell’utilizzo (economico e non) del fiume, per ritenere difficile condividere questo assunto del dr. Celico.
Pare azzardata anche la tesi del notevole incremento delle disponibilità idriche. Ora, se è certamente vero come dice la difesa CAVET, che CAVET non ha distrutto l’acqua, pare però anche che, secondo il famoso principio che nulla si distrugge, debba valere anche l’opposto, ovvero che nulla si crea o, perlomeno, che se qualcuno crea questo non sia CAVET.
Anche la tesi dell’ipotesi migliorativa come conseguenza della concentrazione dell’acqua sembra del tutto opinabile.
Secondo il prof. Celico, meglio tutta l’acqua in punto che in trentacinque punti diversi quante sono le sorgenti impattate. [...] Celico a pag. 234 riporta l’iperbole per cui la disponibilità idrica attuale, ancorché a quota più bassa, è costituita da “quantitativi idrici che possono far decollare l’economia locale”. Affermazione, quest’ultima, scritta addirittura in neretto, quindi seria, profondamente sentita e creduta.
Orbene, in attesa che il Mugello diventi la nuova Silicon Valley italiana grazie a questa grande disponibilità d’acqua dovuta a CAVET, io ci vedo uno svantaggio.
A me viene in maniera superficiale da pensare che se c’è un punto d’acqua tutto lì, in un posto solo, e io faccio 500 metri, se voglio bere devo tornare indietro. Ho fatto un chilometro e sono al punto di partenza. Se ho 35 punti d’acqua ad un chilometro l’uno dall’altro, ciò mi permette di spostarmi per 35 chilometri senza portarmi dietro nemmeno una borraccia: sarà meglio che avere tutta l’acqua in un punto solo. Non lo so se va bene per gli animali, [...] per chi ha le attività economiche, per gli agriturismi, non lo so: Celico ci dice che decollerà il Mugello. Non sappiamo quale dei due territori oggetto degli esempi si possa ritenere migliore, più ricco, e quale dei due abbia più possibilità di decollare economicamente.
 
E visto che si parla di economia, parliamo di soldi, che è l’unica cosa che tutti sembrano capire di questi tempi. Il dr. Celico tra gli svantaggi indica il prosciugamento di alcuni pozzi e sorgenti.
Tra i vantaggi la necessità di sostituire:
· alcuni piccoli acquedotti privati;
· alcuni piccoli acquedotti pubblici.
A parte il fatto che, nel corso del dibattimento, pare di aver raccolto testimonianze di gente arrabbiata perché gli hanno seccato il pozzo, la sorgente, l’acquedotto, controlliamo se risulti che qualcuno fosse andato dal prof. Celico a rappresentare la necessità di sostituirgli piccoli acquedotti pubblici o privati e per vedere se davvero c’era gente contenta, che meno male che ora era arrivata l’Alta Velocità, così ora tutti avevano avuto l’acquedotto nuovo.
Ma questa cosa non risulta. Risultano, come detto, le testimonianze di gente arrabbiata e che tra le varie recriminazioni avanzava una precisa rivendicazione: chi ci pagherà la bolletta dell’acqua?
Il problema dei costi ce lo ricordano L. N., A. B. e C. D., B. F. ed anche M. S., al quale quelli dell’acquedotto gli hanno fatto pagare l’aria invece che l’acqua.
Della non necessità di tale asserita “miglioria” basta leggersi A. Z. e B. V. che, paradossalmente, l’avevano già l’acquedotto e si erano addirittura voluti staccare ripristinando un pozzo autorizzato dal Genio, pozzo che gli è stato seccato e ora vanno ad autobotti.
 
Ma leggiamoci alcuni passi.
 
A L. N. seccano due pozzi a Cerreto Maggio. Due pozzi inutilmente monitorati visti i risultati finali.
Pubblico Ministero - Perché oggi lei è attaccato all’acquedotto?
Teste L. N. - Sì, oggi sì.
Pubblico Ministero - Acquedotto di chi?
Teste L. N. - Del Comune.
Pubblico Ministero: Del Comune. Paga una bolletta?
Teste L. N. - No.
Pubblico Ministero - Chi paga?
Teste L. N. - Per ora nessuno. Però mi è stato detto che a giugno verranno a mettere i contatori bisognerà pagare la bolletta dell’acqua. Non mi sembra giusto.
 
Pubblico Ministero - Pagate la bolletta?
Teste A. B. - Certo, e cara! Prima non si pagava niente e ora…
 
C. D. ha poi un ristorante che si permetteva di mettere in tavola le caraffe con l’acqua di sorgente.
Teste C. D. - Ma, io in tutta onestà non c’ho capito molto, abbiamo protestato, però… anzi, alcuni che lavorano al CAVET proprio alcuni giorni fa mi hanno detto ‘Ma come mai pagate le bollette dell’acqua quando le deve pagare il CAVET?’, le paghiamo addirittura, a me arriva regolarmente una bolletta dell’acqua… anzi le dirò che pago 400 euro di acqua ogni tre mesi (avendo l’attività chiaramente ne consumo), contro 100.000 lire che pagavo all’epoca all’anno.
 
Arriviamo poi al sig. M. S.. Improvvida domanda della difesa.
Avvocato Difesa - ... Senta, lei è agganciato all’acquedotto ora?
Teste M. S. - Sono agganciato all’acquedotto, addirittura se la va a vedere ora lì, alla società dell’acqua, gli ho mandato una lettera, che io sono sempre senz’acqua. E il contatore gira anche con l’aria. Ora l’è bene, se lei non lo sa glielo dico io.
Avvocato Difesa - Sì...
Teste M. S. - Mi è arrivato uno sproposito d’acqua da pagare che io non ho consumato. E allora gli ho fatto...
Avvocato Difesa - Che il contatore gira con l’aria?
Teste M. S. - Gira anche con l’aria.
Avvocato Difesa - Ho capito.
Teste M. S. - E io non lo sapevo e loro non lo dicono ai cittadini. Siccome m’è arrivato uno sproposito... io pagavo una bischerata d’acqua che consumavo normalmente, una sciocchezza, mi è arrivato un monte di quattrini da pagare, mi sono... ho fatto ricorso. Ho fatto ricorso e loro m’hanno ringraziato. Dice: ’guardi, s’è sbagliato, dipende da noi... non deve pagare nulla’. E tutto è finito lì.
Avvocato Difesa - Va bene, via.
Giudice - Speriamo che non trasferiscano quel tecnico.
Teste M. S. - Ecco.
Avvocato Difesa - Nessun’altra domanda. Grazie.
Questo il sig. M. S., che ha pagato l’aria invece che l’acqua, grazie all’acquedotto nuovo.
 
È sempre la difesa ad introdurre la storia dell’acquedotto ed a scatenare le ire dei testi. [...] Al sig. V. V.. gli seccano una sorgente ultracentenaria e lo costringono ad attaccarsi all’acquedotto di Imola. E non è per niente contento. [...] La L. T. è quella invece che ha il marito che da quando beve l‘acqua dell’acquedotto gli brucia lo stomaco. Altri, che pure avevano l’acqua ed ora non ce l’hanno più, magari vorrebbero essere anche attaccati all’acquedotto, ma l’acquedotto non glielo fanno. Casi come quello del sig. V. A., che vive in una casa isolata ed il costo dell’allaccio è troppo alto per una utenza sola, per cui resta senza. [...]
 
Quindi CAVET provvede e mitiga. A spese del danneggiato però.
E perché dovrebbero essere contenti?
Qual è il vantaggio per loro? Quello di pagare una bolletta che non avevano mai pagato per bere acqua di condotta invece che acqua di sorgente?
 
Strisciante è passata però un’altra versione di questo fatto.
Ora ci sono gli acquedotti, prima invece i mugellesi prendevano l’acqua senza pagarla. Non si è capito bene se si volesse dire che la rubavano.
Ma chi l’ha detto che la rubavano?
La rubava chi ce l’aveva dall’800? Chi con la legge Galli avrebbe maturato un vero e proprio diritto quesito? Chi aveva fatto tutto in regola con la sua brava concessioncina del Genio Civile?
La rubava il sig. D. I., al quale portano via l’acqua nel 2000, va a serbatoio ed autobotti e nel 2005 ancora aspetta di essere attaccato all’acquedotto?
Siamo ostinati. Non ci vediamo alcun vantaggio in tutto questo. Non è che è sia proprio CAVET che ha “rubato”, questa volta “rubato” tra virgolette, l’acqua ai mugellesi?
Poi CAVET è accusata anche per aver rubato l’acqua, e questa volta rubato senza virgolette, ma di quest’altro capo di imputazione come detto, parleremo poi.

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