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Greenderaction: riflessioni sulla prospettiva ecofemminista

L’ecofemismo è un concetto ancora a molti sconosciuto, esso è alla base di un movimento socio-politico i cui agguerriti proseliti sostengono l’esistenza di un filo conduttore che collega ambientalismo e femminismo. L’idea di base è che le disuguaglianze di genere, così come i problemi ambientali, hanno simili cause, in particolare la società capitalista-petriarcale è considerata fautrice e fomentatrice sia delle disparità uomo-donna che del degrado ambientale.

Da questa idea si è sviluppato il progetto Erasmus+Greenderaction”, svoltosi lo scorso Novembre a Ronda, nel Sud della Spagna. L’attività ha coinvolto oltre 20 partecipanti provenienti da paesi europei e non, ed è stata trattata utilizzando metodi di educazione non formale. Le discussioni, il dibattito, il confronto ha permesso di comprendere come in diverse realtà geopolitiche i sistemi gerarchici e di dominio sulla donna cosi come sulla natura siamo ancora più o meno presenti ed evidenti.

Lo scambio interculturale ha favorito l’apprendimento dei concetti in maniera profonda, parlando di esperienze vissute, piuttosto che utilizzare nozionismi poco efficaci. Tali tematiche, portate in luce soprattutto negli anni ’60, hanno dimostrato di essere ancora tristemente presenti nella società odierna. La sconcertante attualità del maschilismo negli ambienti lavorativi, ma anche nella vita quotidiana, rivela la necessità di una continua riflessione sul tema, che guidi poi a delle azioni di bilanciamento e protezione della donna e in generale della natura.

Alcuni dei concetti chiave del movimento ecofeminista possono sembrare ormai obsoleti, e forse lo sono, risultando legati a logiche passate di contrapposizione netta tra una ideologia capitalista, basata sull’economia di mercato, ed una collettivista, fondata su un’economia di Stato. Oggi il tutto è meno evidente, più sfumato, i confini non sono così precisi, c’è una fluidità del sistema, per cui anche le idee ecofemministe devono adattarsi, aggiornarsi, subire una re-interpretazione, diventando più “morbide”, modificandosi in base ai diversi contesti.

La disuguagianze di genere, e non solo, che persistono a tuttoggi nella società sono innegabili e forse sono ancora più forti nei paesi non-Occidentali. Tali disparità però finiscono con l’intrecciarsi, fondersi e confondersi con altre problematiche globali e tutto entra a far parte di un’unica grande matassa da cui è difficile trarne il capo. C’è quindi la necessita di fermarsi, distinguere i vari pezzi del puzzle, evitando banalizzazioni, ma procedendo a piccoli passi, piccole vittorie di consapevolezza, buone pratiche ed esempi concreti così come lo è stato il progetto “Greenderaction”.

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