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Grazie Eluana

E adesso che sei morta, siamo tutti sconfitti. Il sì e il no che per giorni si sono fronteggiati in trincea sono svaniti. Resta solo il vuoto della morte, quella vera, quella che attende ciascuno di noi in chissà quale anfratto della vita, e con esso il gelo che scorre nelle vene quale vento improvviso dal nord e ferma il nostro cuore, per un istante, insieme al tuo.

Ci sono ragioni che la ragione non comprende e misteri di fronte ai quali il silenzio è l’unico linguaggio, l’unico spazio nel quale lasciar risuonare la nostra umanità smarrita. Il tuo lungo silenzio ha continuato ad interpellare le nostre coscienze, la tua vita, quella vita che non sappiamo cosa sia stata per te, né, forse, mai lo sapremo, si è riempita di senso man mano che i giorni, i mesi, gli anni passavano e ci urgeva il bisogno di risposte, ci incalzavano domande più grandi di noi.


Tu, donna forte senza sapere perché, tu piccola cretura indifesa hai sollevato il velo dell’indifferenza, ci hai costretti a guardare il dolore e la malattia dritto negli occhi, esortati a non mollare perché ne andava della vita, la tua, la nostra. Il senso delle cose non è mai un pannello bianco o nero, la verità non abita linee rette e nette, essa è intessuta nelle trame e nei disegni che noi umani sappiamo e possiamo tessere nel nostro vivere eppure così spesso ci sfugge!

La relazione che misteriosamente partì da te, donna silenziosa, a te è ritornata dopo aver attraversato oceani di cuori pulsanti. Ti chiediamo perdono per quella passione spesso invadente e irrispettosa dei dibattiti, forse non fu altro che la ricerca di ciascuna donna, di ciascun uomo, nel cammino sofferto di chi ti si è fatto compagno di strada, a volte saggio, spesso folle ma proprio per questo sempre umano, di un senso ultimo al tuo e nostro vivere e, soprattutto, a quel morire di cui sappiamo solo che squarcia il cuore di chi resta e apre, a volte, cieli pieni di speranza.

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