Grandi Opere | Il servizio pubblico della RAI è morto?
L’informazione radiotelevisiva prodotta dallo Stato italiano deve garantire pluralismo, imparzialità e completezza d’informazione. La RAI dia parola all’opposizione al progetto Torino-Lione e a tutte le lotte.
Le opposizioni spontanee e fortemente partecipate al progetto della Torino-Lione, ma anche al Terzo Valico, al Ponte di Messina, al MOSE di Venezia, al MUOS di Niscemi, alle trivellazioni nel mare e molte altre, ricevano un’attenzione mediatica adeguata al livello degli argomenti proposti e all’impegno di milioni di cittadine e cittadini affinché non sia sprecato il denaro pubblico, non sia devastata la natura e non sia compromessa la qualità della vita in estesi territori.
Le lotte fanno “informazione pubblica” con Comunicati Stampa e siti web, ma gli argomenti proposti in genere sono utilizzati da media in modo parziale e superficiale, mentre le ragioni dei proponenti le Grandi Opere ricevono la massima attenzione e acritico sostegno.
Si tratta di una colpevole asimmetria che potrebbe e dovrebbe essere riequilibrata dal servizio di informazione pubblico affidato dallo Stato alla RAI. Ma anche la RAI, come i media privati, non adotta comportamenti adeguati a garantire pluralismo, imparzialità e completezza d’informazione.
Ne è un ultimo esempio questo fatto: il 26 gennaio 2017 il Movimento No TAV ha diffuso, in concomitanza con la Ratifica del Senato francese degli Accordi tra Italia e Francia di Parigi 2015 e Venezia 2016 relativi alla Torino-Lione un articolato Comunicato Stampa con dettagliato commento esplicativo dell’evento.
I notiziari RAI TGR Piemonte ne hanno parlato brevemente, all’apparenza senza comprenderne la portata e dando voce per l’ennesima volta solo ai proponenti l’opera.
E’ stata una grave discriminazione che non può essere silenziosamente accettata: i cittadini italiani hanno il diritto di essere informati e la RAI ha il dovere di informare assicurando il pluralismo, l’imparzialità e la completezza d’informazione.
Il Movimento No TAV, con l’obiettivo di offrire un’opportunità e la rivendicazione di un giusto diritto anche a tutte le altre realtà in lotta contro le Grandi Opere Inutili e Imposte, ha quindi chiesto alla Direzione del TGR Piemonte della RAI un incontro con la Redazione, al momento non accettato (cfr. lo scambio di e-mail).
L’obiettivo dell’incontro richiesto ai giornalisti/alle giornaliste della RAI è duplice:
- da un lato ribadire con forza che la RAI, servizio pubblico per definizione e previsione di legge, deve assolvere in modo adeguato l’impegno di garantire il pluralismo, l’imparzialità e la completezza d’informazione.
- dall’altro lato, consci della grande complessità del progetto Torino-Lione che molti giornalisti non riescono a dominare, offrire in sintesi e con ampia disponibilità di approfondimenti le motivazioni di un’opposizione quasi trentennale al progetto Torino-Lione composta da cittadine e cittadini di ogni estrazione sociale, età, cultura e nazionalità, di lavoratori, lavoratrici e disoccupati, di magistrati, docenti universitari, di amministratori pubblici locali, di eletti ai Parlamenti nazionali ed Europeo, di sindacati, ecc.
Segnaliamo infine, rischiando l’ovvietà a favore dei più sprovveduti, che non tutti gli oppositori alla Torino-Lione militano all’interno del Movimento No TAV e che per essere tali non occorra affatto militarvi ma sia sufficiente conoscerne e condividerne gli argomenti nel semplice ruoli di cittadini attivi che qualcuno ama ancora definire società civile.
La Direzione del TGR RAI ha deciso di non decidere e ha passato la questione al Comitato di redazione.
In attesa della sentenza del Cdr, informiamo che il Movimento No TAV è pronto a fornire alle giornaliste e ai giornalisti della RAI e di ogni altra testata un corso gratuito sulle ragioni che sconsigliano di iniziare lo scavo del tunnel di base di 57 km sotto le Alpi.
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox