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Golden Lady: 10 giorni in presidio contro i licenziamenti

Da tempo seguiamo la vicenda della ex Golden Lady di Gissi: la riconversione in Silda è fallita, lo scorso 12 luglio i 160 dipendenti sono stati tutti licenziati. Ora presidiano la fabbrica perché non vengano portati via i macchinari. 

 

goldenlady_gissi

Lo abbiamo scritto il 2 giugno in questo post: “Golden Lady, a un anno dalla riconversione il progetto è già fallito". Il riferimento è alla Golden Lady di Gissi, e non scriviamo “ex” perché la riconversione della fabbrica e dei dipendenti è stata una grande, incredibile farsa. A dicembre del 2011 la fabbrica aveva chiuso i battenti. Poi la riconversione in pompa magna e sembrava che tutti sarebbero tornati a lavorare: 250 dipendenti sarebbero andati alla Silda Invest, altri 115 alla New Trade. Poi, però, la Silda ne ha occupati solo 160 su 250. La New Trade dieci persone, anziché 115.

Lo scorso 12 luglio la Silda ha licenziato tutti i 160 dipendenti. Che da quel giorno presidiano la fabbrica, perché l’azienda di Val Sinello non porti via tutti i materiali e i macchinari. Ci sono stati in questi giorni diversi tentativi di portare via questi materiali, dagli ingressi principali e secondari, con una tensione altissima tra lavoratori in presidio e uomini dell’azienda, e l’intervento delle forze dell’ordine. Graziella Marino, operaia si dice preoccupata per lo sgombero, e spera in una notte tranquilla.

Scrive Antonino Dolce, giornalista del sito locale Il trigno:

Ieri sera abbiamo fatto visita al presidio. Nonostante – come avevano scritto anche su un cartello di protesta – abbiano perso ‘calze, scarpe e lavoro’ non hanno smarrito la forza per scherzare e sdrammatizzare quelle ore passate a difendere il proprio futuro. La Silda Invest, infatti, ha approfittato della manifestazione di giovedì scorso sotto la sede regionale a Pescara per far uscire oltre 200 paia di stivali e scarpe in direzione Napoli. Ci ha riprovato ieri mattina e nel primo pomeriggio, ma questa volta i tir sono tornati indietro senza carico. Altissimi i momenti di tensione; grazie ai Carabinieri di Gissi si è evitato che la situazione degenerasse, anche perché è stato tentato più volte di far uscire materiale dallo stabilimento mediante uscite secondarie e ‘meno in vista’.

Con i dipendenti licenziati ieri c’è anche uno degli storici custodi. Insieme ai colleghi (altri tre) è l’unico a essere ancora assunto dalla Golden Lady. In attesa del cambio turno si parla un po’ di tutto, ma i discorsi tornano inevitabilmente sulla situazione lavorativa. “Abbiamo comprato il posto di lavoro con 10.800 euro (il contributo che la Golden ha versato alla Silda per ogni operaio, NdA) con il risultato di non avere più né la buonuscita, né il lavoro. Vogliamo sapere chi lo ha permesso. Noi nei confronti dell’azienda ci siamo comportati da signori fino all’ultimo giorno”.

I dipendenti ex Golden Lady dicono: “Non siamo ex perché la riconversione non è mai avvenuta”. Nonostante gli accordi firmati, che ormai si sa, non contano mai nulla. C’è rabbia e delusione per quella che sembra una grande presa in giro, costruita per liberarsi di 250 dipendenti, mentre la Golden Lady delocalizzava in Serbia. E mentre questa stessa azienda annuncia di voler regolarizzare 1.200 apprendisti tramutandoli in tempo indeterminato, e alcuni giornali parlano di “nuove assunzioni”, come se fosse la stessa cosa.

Sempre Dolce si rivolge ai politici locali, che sembrano avere abbandonato i lavoratori a se stessi, fatta eccezione per il sindaco: “Dove sono i senatori Maria Amato e Gianluca Castaldi (firmatario di un’interrogazione parlamentare che non ha avuto esiti)? Dov’è Nichi Argirò che insieme al sindaco di Gissi, Nicola Marisi, ha annunciato dalle colonne de Il Centro l’avvio di una class action? Dove sono Camillo D’Amico e il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio? E l’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti?”. Sono rimasti soli i presidianti e(x) Golden Lady?

di Michele Azzu | @micheleazzu
 

Si ringrazia Antonino Dolce per la collaborazione. Foto: Graziella Marino

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