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Giro di vite sulle intercettazioni telefoniche

Ennesimo fascicolo aperto dalla Procura di Roma sulla base delle intercettazioni telefoniche raccolte durante l’inchiesta per corruzione e riciclaggio sulla vendita, alla Simens, dell’Italtel, partecipata Iri, quando Prodi ne era alla presidenza, nel 1990.

Si scopre che l’ex presidente del Consiglio, insieme ad Alessandro Ovi, suo braccio destro di oggi come allora, abbiano concesso fondi e favori a beneficio di Gian Maria Fornasari, primario all’ospedale Rizzoli di Bologna e Luca Prodi, giovane azionista della Cyanagen, azienda che produce reagenti chimici; rispettivamente consuocero e nipote del Professore. Il tutto con l’aiuto dell’industriale farmaceutico Claudio Cavazza, finito in carcere per tangenti già tra il 1993-94.

Insomma, ordinaria amministrazione della cosa pubblica all’italiana. Di episodi come questi se ne potrebbero citare un’infinità: l’inchiesta "Why Not" che ha coinvolto, oltre lo stesso Prodi, anche un altro suo stretto collaboratore, Sandro Gozi e l’ex Minstro della Giustizia Mastella; per rimanere in tema Mastella Gate, ricordiamo le accuse di concussione a carico della moglie, Sandra Leonardo, presidente del consiglio regionale della Camapania; le inchieste sulle scalate bancarie che hanno sfiorato Fassino e D’Alema, per non parlare degli innumerevoli casi in cui è coinvolto Silvio Berlusconi.

Ma come è uso e costume di questo paese, si resterà alla superficie delle cose: dopo lo scoop del momento, nessun giornalista si prendrà la briga di andare a scoprire i risvolti di tutte queste vicende giudiziarie; dove hanno confinato De Magistris e la Forleo? E’ forse stato scalfito il sistema clientelare su cui di reggono intere regioni, dalla Campania alla Calabria, fino all’ultima Asl lombarda? 



Invece, si monta ad arte una questione "intercettazioni", per non ledere la privacy di politici e faccendieri che si fanno strada a colpi di telefonate agli amici degli amici. Bene lo sa Prodi che, nel "sistema" è ben integrato, e sospetta della solidarietà di Berlusconi: "vista la fonte giornalistica che propaga tali notizie," dice "che questa vicenda tornasse utile a quanti invocano impensabili giri di vite sulle intercettazioni telefoniche"

Nel giugno scorso, infatti, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge sulle intercettazioni che prevede l’autorizzazione solo per i reati fino a 10 anni di detenzione. 

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