Ghedi si mobilita contro la guerra e le armi nucleari
Ghedi si mobilita contro la guerra e le armi nucleari
di Laura Tussi su Faro di Roma
Sapevate che l'aeroporto militare di #Ghedi (BS) ospita decine di testate nucleari americane?
Ed è per questo che proprio qui si è tenuto il convegno “Contro la guerra e la presenza di armi nucleari in Italia”. Vi raccontiamo dei tanti incontri e di cosa è emerso.
L'aeroporto militare di Ghedi ospita decine di testate nucleari americane. E proprio nel Comune bresciano si è tenuto il convegno “Contro la guerra e la presenza di armi nucleari in Italia”, che ha visto l'intervento di diverse personalità del mondo dei diritti, del pacifismo e dell'antimilitarismo, fra cui Francesca Albanese e Alex Zanotelli. Insieme all'avvocato Ugo Giannangeli, uno degli organizzatori, vediamo com'è andata.
Brescia, Lombardia - Due giorni di dibattito in due sedi diverse con ben 17 relatori e relatrici di cui 9 in presenza. Lo sforzo degli organizzatori dell’incontro “Contro la guerra e la presenza di armi nucleari in Italia” è stato notevole, così come quello del pubblico all’ascolto. L’avvocato Ugo Giannangeli è una delle persone che hanno reso possibile questo importante momento, inserito all’interno del programma per il passaggio della Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza nel bresciano.
Comprensibile dunque la soddisfazione degli organizzatori del convegno – il Centro di documentazione Abbasso la guerra, il Centro sociale 28 maggio di Rovato, Donne e uomini contro la guerra di Brescia e l’Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito – ANVUI – che quotidianamente si battono contro la militarizzazione del territorio, in particolare dell’area di Ghedi, dove si trova l’aeroporto militare che ospita diverse testate atomiche americane.
Convegno “Contro la guerra e la presenza di armi nucleari in Italia”. Intervista all'Avvocato Ugo Giannangeli, tra gli organizzatori
Il convegno si è svolto a Brescia il 28 settembre 2024 e a Ghedi il giorno successivo.
E’ insolito un convegno che si protrae per due giorni in due sedi diverse con ben 17 relatori e relatrici di cui nove in presenza; lo sforzo degli organizzatori è stato notevole. Anche quello del pubblico nell’ascolto. Sentiamo in proposito uno degli organizzatori, l'Avvocato Ugo Giannangeli.
È importante sottolineare anzitutto come il convegno sia stato anche un evento all’interno del programma per il passaggio della Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza nel Bresciano.
Comprensibile la soddisfazione degli organizzatori del convegno: il Centro di documentazione Abbasso la guerra, il Centro sociale 28 maggio di Rovato, Donne e uomini contro la guerra di Brescia e l’Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito - ANVUI.
Un convegno di due giorni in due diverse sedi con complessivamente 17 relatori e relatrici su temi diversi e complessi non era sfida da poco; tutto ha funzionato bene anche sul piano tecnico nei collegamenti on-line e nelle proiezioni di video.
Tutto ha funzionato per il meglio. Dispiacciono alcune assenze, in particolare quella del prefetto e dei sindaci senza neppure una comunicazione o un sostituto - solo il sindaco di Ghedi è venuto per un veloce saluto informale prima dell’inizio dei lavori. Vero?
Spiace soprattutto l’assenza della popolazione di Ghedi benché sia così immediatamente coinvolta nel rischio nucleare per la presenza della base. Primo Levi nel suo saggio “I padroni del destino” si chiede :” come mai uomini e donne non pensano al rischio atomico o ci pensano poco? E meno di tutti ci pensano i giovani che, nati nell’era atomica, sembrano avere accettato come naturale l’equilibrio del terrore? Perché, si risponde, tendiamo a rimuovere le angosce soprattutto quella connessa alla nostra morte individuale”. La rimozione è il miglior modo per non risolvere un problema perché semplicemente lo si ignora. Oggi però non è più possibile: pressoché quotidianamente il rischio nucleare è oggetto di disamina sui quotidiani ed è evocato frequentemente da quelli che Levi chiamava i padroni del destino in modo minaccioso.
La guerra e le sue implicazioni, con un particolare riguardo alle armi nucleari, sono state il filo conduttore di tutti gli interventi nel convegno. È stato chiesto ai relatori e alle relatrici di redigere una sintesi del proprio intervento da pubblicare in cartaceo e on-line come “atti del convegno”; tutti i video e le registrazioni saranno a breve su YouTube.
Tutti gli interventi hanno percorso una traccia politica comune: l’enorme numero dei conflitti in corso ben superiore ai due sotto i riflettori (60 secondo l’Atlante dei conflitti e delle guerre); la responsabilità dell’Occidente e del suo braccio armato che è la Nato; il soccombere del diritto internazionale e degli organi preposti al suo rispetto (Corte internazionale di giustizia, Corte penale internazionale, ONU) dinanzi al mero esercizio del potere e della forza; il ruolo dei media nella propaganda a discapito della corretta informazione col fine evidente di creare consenso attorno alle guerre; le guerre completamente dimenticate in Africa, le nostre responsabilità nel colonialismo e gli attuali interessi predatori per le ricchezze di quel continente; il ruolo dei servizi segreti nell’orientare e condizionare le politiche dei Paesi.
Molti sono stati i riferimenti al genocidio in corso dei palestinesi e al rischio di un allargamento dei conflitti in Medioriente, puntualmente confermati nei giorni successivi al convegno; all’impunità di Israele e al diritto alla resistenza dei palestinesi; alle vane pronunce della Corte internazionale di giustizia e alla necessità di sanzioni contro Israele.
A Ghedi si è discusso dell’insaziabile neoliberismo globalista e bellicista; della mercificazione della società; del rischio nucleare e del ricorso giudiziario contro la presenza delle armi nucleari in Italia, affiancato e sostenuto da una estesa campagna di pubblicizzazione della denuncia al fine di sensibilizzare popolazione e istituzioni.
Sono state descritte le conseguenze dell’uso dell’uranio impoverito sui militari e sulla popolazione ed è stata illustrata una tesi di master di simulazione dell’esplosione di una testata nucleare in Italia; non è mancata la trattazione della militarizzazione delle scuole e delle università per giungere alla militarizzazione delle menti su modello israeliano.
Nel confronto tra i presenti che a Ghedi ha fatto seguito alle relazioni finali è emersa la necessità di un maggiore coordinamento tra le tante realtà che si battono e si confrontano sulle tematiche affrontate. La loro frammentazione ne indebolisce l’azione.
Ugo Giannangeli puoi elencare per noi lettori in cerca di informazioni un riassunto di massima dei temi trattati?
Le guerre, incluse quelle ignorate in corso in Africa ricordate da Alex Zanotelli; la Palestina con un appassionato intervento di Francesca Albanese; l’America Latina e i suoi percorsi di decolonizzazione ricordati da Andrea Vento; le guerre in Europa, quella attuale e quelle passate ricordate da Jean Toschi Marazzani; i conflitti con Cina ed Eurasia, descritti da un approfondito intervento dell’ex ambasciatore Bradanini; sul rischio degli euromissili si è soffermato Alessandro Marescotti; il ruolo svolto da Wilpf (Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà) è stato illustrato dalla ex presidente Patrizia Sterpetti; la denuncia presentata alla Procura di Roma contro la detenzione di armi nucleari in Italia è stata illustrata dall’avvocato Aaron Lau.
In un intervento non programmato l’avvocato Ugo Giannangeli si è soffermato sul ruolo del diritto internazionale e sulla sua progressiva perdita di funzione, tema accennato in precedenti interventi
Sulla realtà locale si sono soffermati l’ex presidente del Consiglio Comunale di Brescia, Roberto Cammarata, e l’attivista Luigino Beltrami, quest’ultimo ha ricordato le varie iniziative per la rimozione delle armi nucleari dispiegate a Ghedi e gli impedimenti frapposti dalle autorità locali sul tema, mentre Alessandro Capuzzo ha illustrato le iniziative nell’altra sede di ordigni nucleari, Aviano e per la smilitarizzazione dei porti di Trieste e di Capodistria. Originale l’intervento di Nicola Spanghero autore di una tesi di master con cui si simula l’effetto di una bomba nucleare ad Aviano e gli insormontabili problemi nella gestione dei soccorsi. Una vera lectio magistralis è stata quella del prof. Angelo D’Orsi che ha inquadrato la guerra dal punto di vista filosofico con molti richiami alla situazione attuale, ma anche ad episodi e pensatori del passato.
Il giorno successivo a Ghedi si è parlato del ruolo dei media nella disinformazione e quindi nella manipolazione del consenso
Questo grazie a eclatanti esempi illustrati da Patrick Boylan; Antonio Mazzeo ha parlato della penetrazione dei militari e del militarismo nelle scuole e nelle università e, più in generale, ove la cultura viene prodotta e si esprime; sulle vittime dell’uranio impoverito ha narrato esperienze e impressionanti dati statistici Emanuele Lepore. Ha concluso la serie di interventi l’ex ambasciatrice Elena Basile che ha illustrato quanto da lei scritto nel libro “L’occidente e il nemico permanente” soffermandosi sul ruolo della NATO e dei BRICS.
Nella prima giornata e mezza il tempo a disposizione non consentiva dibattito né domande. Si deve segnalare con disappunto che le autorità invitate, in particolare il Comune, la Provincia e la Prefettura di Brescia, non si sono presentate. Perchè secondo voi?
Vi è stato solo un fugace saluto del sindaco di Ghedi prima dell’inizio dei lavori della seconda giornata. Hanno portato, invece, il loro augurio di buon lavoro Francesco Bertoli, segretario della Camera del lavoro di Brescia che ha anche messo a disposizione il salone Buozzi e il Presidente dell’ANPI di Brescia, Lucio Pedroni.
Il dibattito di domenica pomeriggio tra attivisti antimilitaristi e pacifisti ha sviluppato interessanti tematiche
Infatti ci si è chiesti del perché del venir meno delle manifestazioni oceaniche contro la guerra come quelle viste negli anni ’80, ’90 e fino al 2003, anno della demolizione dell’Iraq ad opera di una coalizione a guida USA. Si è concordato sul fatto che occorra moltiplicare le iniziative soprattutto informative, le presenze in piazza e davanti agli apparati del Complesso Militare Industriale, italiano USA e NATO.
Si è discusso del ruolo dei giovani tornati protagonisti della scena politica soprattutto sul tema Palestina
Per questo motivo si è ribadita la necessità di un maggiore coordinamento tra le numerose realtà che agiscono a livello nazionale e internazionale su temi comuni come quelli affrontati dal convegno.
su Italia che cambia
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