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Frustato per le sue idee: Raif Badawi, il blogger saudita dimenticato dal mondo

Domani Raif Badawi, il blogger saudita condannato per aver promosso un forum online, trascorrerà il suo giorno numero 2786 in carcere.

Sarà anche il quinto anno trascorso dalle 50 frustate che egli ricevette sulla pubblica piazza, a Gedda, il 9 gennaio 2015. Ironicamente, quello stesso giorno una delegazione dell’Arabia Saudita partecipava alla manifestazione di solidarietà con la redazione di “Charlie Hebdo”, decimata da un attacco terroristico. Un attacco contro la libertà d’espressione…

Arrestato il 17 giugno 2012, dopo aver rischiato persino la pena di morte per “apostasia”, il 7 maggio 2014 Badawi è stato riconosciuto colpevole di “offesa all’Islam” e condannato a 10 anni di carcere, a 1000 frustate (50 a sessione per 20 sessioni) e a una multa di un milione di rial.

La sentenza è diventata definitiva il 6 giugno 2015 (sei mesi dopo l’esecuzione delle 50 frustate!).

Grazie a un’enorme mobilitazione internazionale, le altre 950 frustate non hanno avuto luogo.

Dal momento dell’arresto sono passati sette anni e mezzo e Badawi è ancora in carcere.

La moglie Ensaf Haidar, rifugiata politica in Canada insieme ai loro tre figli (Najwa di 16 anni, Terad di 15 e Miryiam di 12), porta avanti una tenace ma sempre più solitaria campagna per il suo rilascio (qui si può firmare l’appello).

Alcuni dei post pubblicati da Badawi sul suo forum sono stati tradotti e pubblicati in Italia.

 

 

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