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Franco Albertarelli

Franco Albertarelli

Uno che fa una distinzione fra "pensiero in libertà" e "libero pensiero"

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  • Primo articolo martedì 02 Febbraio 2011
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Ultimi commenti

  • Di Franco Albertarelli (---.---.---.31) 20 dicembre 2010 12:00
    Franco Albertarelli

    Vero. Come dice il grande De Andrè, siamo tutti colpevoli con la nostra indifferenza. Ma i veri mandanti sono proprio coloro che ora condannano questi fatti senza chiedersi il vero perchè.

  • Di Franco Albertarelli (---.---.---.31) 18 dicembre 2010 17:12
    Franco Albertarelli

    Grazie per il complimento, ma non lo merito. Infatti il mio Q.I. misurato da un professionista a 65 anni, ora ne ho 71 dava un modesto 142; quindi ben lontano dall’esser un genio, sia pure "controcorrente". Il mio commento non riguardava i ragazzi di Roma; infatti quando sono arrivato a questo punto: "La violenza non è una risposta, non è accettabile. MAI. Va condannata. SEMPRE, in qualsiasi forma venga espressa (evidenzio in maiuscolo le assurdità)", quindi decisamente all’inizio, ho lasciato perdere perchè ero sicuro che il resto non mi avrebbe interessato. Io ho sempre letto i suoi articoli e li ho sempre trovati interessanti; quest’ultimo però mi sembra un lasciarsi trascinare dalla corrente senza neanche tentare di remare. Ne sono davvero capaci tutti: non c’è bisogno di avere quelle grandi qualità intellettive, che, suppongo, lei si attribuisce. Infine non ho potuto resistere al bisogno di iscrivermi e di porle il "geniale" quesito che le ho posto. Io non la avevo insultata (non le passa per la testa che l’insulto è VIOLENZA, anche se solo verbale) se si è sentito insultato al punto da rispondermi in maniera offensiva, questo significa che la risposta se l’è data e questa l’ha fatta arrossire di vergogna. Scommetto che era quella che non era contemplata, ma che si intuiva. Comunque con questa sua risposta lei si è qualificato. Pardon, squalificato.

  • Di Franco Albertarelli (---.---.---.8) 18 dicembre 2010 12:42
    Franco Albertarelli

    Vorrei proporle un quesito. Lei fa entare in casa sua una persona. Questa persona si comporta in maniera incivile, cosicchè lei vorrebbe che se ne andasse. Lui le risponde che avendolo lei fatto entrare, lui rimane, perchè legittimato dal fatto che l’ha fatto entrare. Lei si rivolge alla polizia, alla giustizia, etc etc etc ; niente da fare, la persona, rimane, e diventa ancora più invadente, ancora più arrogante, tanto che lei incomincia a sentire la mancanza di spazio vitale. Lei è abbastanza muscoloso. Ecco il quesito: che cosa sceglie? 1) Malgrado il suo disagio sia insopportabile, lei decide di rimanere in casa sua e diventare prima il di lui servo e poi il di lui schiavo. 2) Fa fagotto e se ne va, lasciandolo padrone della sua casa. Risponda a se stesso, a me la sua risposta non interessa.

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