Francesco Guccini in concerto
Francesco Guccini in concerto. Recensione di Laura Tussi
RECENSORE: Laura Tussi su FARO DI ROMA
Titolo: Francesco Guccini in concerto.
Autori: Claudio Sassi , Odoardo Semellini
Editore: Giunti Editore (Firenze)
Ero allora una giovane studentessa, quando, con il liceo classico che frequentavo e l’ITIS di Desio (Monza e Brianza), tramite il Club Tenco e lo storico presentatore del Premio, dedicato appunto a Luigi Tenco – che si svolge annualmente presso il teatro Ariston di Sanremo – il Preside Antonio Silva, abbiamo organizzato un importante evento con il Maestro Francesco Guccini.
In quell’occasione, Guccini ha regalato un’esclusiva e davvero molto preziosa e apprezzata anteprima, riservata a noi ragazzi, del suo allora, ultimo libro, ancora in via di produzione, dal titolo “Vacca d’un Cane” – correva l’anno 1992 – in cui raccontava dei luoghi del dopoguerra che gli sono rimasti nel cuore.
All’interno del libro, edito, successivamente, nel 1993, il musico diviene scrittore e descrive le difficoltà di un itinerario praticato attraverso il disastro postbellico, a cui si aggiunge la ritrosia di Francesco, bambino di soli cinque anni, a seguire i genitori, lasciando il famigliare e sicuro nido di Pàvana per un incerto e imprevedibile inurbamento, come lui ama ricordare nella canzone Piccola Città “cento finestre, un cortile, le voci, le liti e la miseria: io, la montagna nel cuore, scoprivo l’odore del dopoguerra”.
Insomma quando il nostro Guccini canta, con felice sintesi, di questa “piccola città, bastardo posto”, traduce la memoria storica degli eventi ed esplicita un suo malessere personale, un disagio esistenziale, che non si discosta molto dalla realtà sociale di quegli anni.
In un quartiere di Modena situato tra “la Via Emilia e il West”, Guccini comincia a conoscere i suoi compagni di avventura musicale e non solo, con i quali si esibisce in modi e ambiti al limite dell’informalità e della trasgressione, in bar, osterie, circoli culturali, carceri, fabbriche occupate e dismesse, teatri e teatrini, prima di approdare alle dimensioni degli stadi e dei palasport.
Fino alla sua prima maturità, Guccini si è sempre esibito con modalità artigianali, vicine alla tradizione del cantastorie più che del cantautore, affrontando i sentieri delle osterie, dei cabaret, dell’affabulazione fulminante e coinvolgente, dell’esibizione schietta, essenziale e immediata che denuncia la precarietà dell’esistere, caratterizzata dal sottile spleen di baudelairiana memoria, da una velata malinconia e al contempo agguerrita passione di denuncia sociale.
Tutta questa narrazione è raccolta nel nostro libro dal titolo “Francesco Guccini in concerto”, in cui Giunti Editore vuole rendere un altro omaggio al Maestro, avvalendosi dell’impegno di due straordinari ricercatori e collezionisti, Claudio Sassi e Odoardo Semellini, che hanno raccolto e riesumato una notevole e impressionante quantità di materiali inediti, dal profondo degli archivi, da cui hanno estrapolato manifesti, memorabilia, locandine, ritagli di giornale, interviste e biografie. Alle testimonianze, raccolte appositamente per questo volume, si sono aggiunti i racconti e le memorie dei tanti musicisti che hanno accompagnato il Cantautore nel tempo, da Flaco Biondini a Ellade Bandini, fino alle performance con il Club Tenco e ai duetti con Vecchioni, la Nannini, Ligabue, tramite approfondimenti collegati alla sua attività in studio e alla vita quotidiana, negli anni delle leggendarie notti all’Osteria delle Dame a Bologna e nel paesaggio pittoresco dell’Appennino Tosco Emiliano, intriso del clima triste e dimesso del dopoguerra, che, invece, è diventato, col tempo, una dimensione mitologica e poi storica della prima canzone d’Autore nel nostro Paese.
Tutto questo nella straordinaria e sconosciuta trama esistenziale, intrisa di dialoghi, incontri, rapporti, progetti, in seguito a date, eventi occasioni di un Cantautore che negli anni, ha saputo intrattenere il suo pubblico, creando un legame empatico, caldo, coinvolgente, raccontato in questo nostro libro biografico che si è trasformato, man mano che veniva composto e prendeva forma, nel racconto pittoresco e avvincente di uno dei personaggi più impegnati e contestatori della canzone italiana, schierato per i significati ultimi della giustizia sociale, dell’uguaglianza dei diritti tra tutti gli esseri umani, con imprescindibile e costante coerenza, attraverso le doti artistiche più alte della semplicità, dell’immediatezza, dell’umanità, dell’impegno sociale, dell’amore per la musica e per il pubblico in un connubio armonioso, nel crescendo entusiastico dei concerti, senza eccessi maldestri di protagonismo, ma sempre al limite del goliardico, nel gusto della trasgressione sagace, nella ricerca dell’ironia, attraverso il piacere della compagnia, dell’avventura, alla luce della sapiente e vissuta sperimentazione artistica e musicale.
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