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Festival di Sanremo: è Amadeus il vero vincitore

È Diodato il vincitore della settantesima edizione del Festival di Sanremo. Arrivato, in finale, con Francesco Gabbani, il cantautore tarantino ha trionfato nella serata finale. Al secondo posto, Gabbani con “Viceversa” e i Pinguini Tattici Nucleari al terzo con “Ringo Starr.”

Il vincitore si è aggiudicato il Premio della Critica Mia Martini e quello della Sala Stampa Lucio Dalla. Anche se Gabbani, come emerso da alcuni dati della giuria demoscopica che lo vedevano tra i primi, si farà sentire in radio, perché il suo è un pezzo che funziona. Per non parlare dei Pinguini Tattici Nucleari, rivelazione di questo Festival. A fare da sfondo, la premiazione di Tosca per il miglior arrangiamento del suo brano “Ho amato tutto.”

Quella di sabato è stata una serata imprevedibile ed emozionante, come lo sono state le quattro serate. Amadeus si è rivelato il leader per eccellenza. Ha saputo conquistare l’affetto degli spettatori che, da puntata in puntata, lo hanno seguito, sfiorando gli undici milioni. Un vero record. Era da anni che un Festival non riusciva ad incrementare uno share così alto. Ampio merito ad Amadeus, il vero vincitore morale del Festival. Partito in sordina, nel vortice delle polemiche per la frase giudicata maliziosa nei riguardi di Francesca Sofia Novello, il conduttore è stato un intrattenitore carismatico. D’altronde, come abbiamo osato ribadire negli articoli precedenti, non c’è Sanremo senza polemica. Che sia frutto di un meccanismo strutturale carente o voluto per accentuare lo share, nelle cinque serate, abbiamo visto di tutto e di più.

A trionfare, non è stato solo lo spettacolo, ma la musica, quella vera. Al bando le chiacchere da bar sul look che uno di loro ha adoperato, come quello a dir poco discutibile di Achille Lauro. Poco importa se, per alcuni artisti, è bello apparire che dare sfoggio della propria musica.

I ventiquattro artisti, anzi, ventitré, per la squalifica di Bugo e Morgan, si sono resi interpreti di storie vere, di dediche di padri ai figli, alle madri. Avvolti in un unico abbraccio corale, gli artisti hanno saputo toccare le corde del pubblico. Tanto di cappello ad Amadeus, abile presentatore, affiancato da un leader assoluto dello spettacolo come Fiorello, nelle vesti di Maria De Filippi, con tanto di intervento in diretta della stessa conduttrice, il noto conduttore ha saputo tenere testa alla marea di critiche. Eppure, c’è chi ha osato mettere in discussione il suo operato prima di condurlo. Amadeus si è scusato, ma non ce n’era bisogno, perché non c’era nulla di cui scusarsi. Oggi, basta una parola interpretata male per far crollare il morale di un conduttore che, in questa edizione del Festival, è stato un vero signore, uno dei pochi che meritano di avere ampia scena televisiva. L’emozione era tanta, sì, ma anche il timore di venir meno alle promesse fatte in conferenza stampa di presentazione poteva rappresentare un rischio, per chi si sentiva il primo responsabile di un evento lungimirante come quello di Sanremo.

Nelle serate, Amadeus si è fatto affiancare da dieci co-conduttrici, ognuna delle quali ha saputo esprimere il proprio bagaglio culturale. Una su tutte, Rula Jebreal, che tanto ci ha fatto emozionare con il suo monologo sulla violenza sulle donne. Alketa Vejsiu è stata una perfetta co-conduttrice, in grado di stregare, con la sua loquacità, il pubblico dell’Ariston. Il monologo di Roberto Benigni sul “Cantico dei Cantici”, il duetto di Tiziano Ferro e Massimo Ranieri sulle note di “Perdere l’amore”, il ritorno, dopo quarant’anni sul palco dell’Ariston, dei Ricchi e Poveri, l’esibizione di Al Bano e Romina, l’emozione di Tiziano Ferro sul brano “Almeno tu, nell’universo”, il monologo della giornalista del tg1, Emma D’Aquino sulla libertà di stampa, le esibizioni emozionanti di Tiziano Ferro sono stati alcuni dei bei momenti che noi ricorderemo volentieri, perché ne vale la pena. È la fotografia istantanea di questo Festival. Polemiche e scandali per look e atteggiamenti fuori luogo lasciano il tempo che trovano.

È stato un Festival cucito su misura intorno a un conduttore che lo vorremmo rivedere l’anno prossimo su quel palco, pronto a presentare i brani e, perché no, a farci ridere con i siparetti esilaranti con il suo amico Fiorello, una delle rivelazioni di questa settantesima edizione. Chapeau!

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