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Festival Internazionale del film a Roma. Protagonista Richard Gere

La VI Edizione del Festival Internazionale del Film che si svolge a Roma è cominciata ieri 27 ottobre e durerà fino al 4 novembre.

In occasione di questa edizione Roma consegna a Richard Gere, il premio Marc’Aurelio; l’attore e personaggio di Hollywood, che per buona parte della sua carriera, si è impegnato in tante battaglie umanitarie e per l’ambiente. Riconosciuto dal pubblico, protagonista indiscusso di film che lo hanno reso famoso, quali American Gigolo, Ufficiale e Gentiluomo, Pretty Woman, ha lavorato nel ruolo di interprete per autori del calibro di Robert Altman, Sidney Lumet, Francis For Coppola, Akira Kurosava, Terence Malik.

E proprio in questa occasione, l’attore introdurrà la proiezione del film Days ok Heaven ("I giorni del cielo"), uno dei bellissimi film di Terence Malik che per la prima volta offrì all’attore un ruolo di protagonista nel suo film che lo ha reso celebre. Un evento con la collaborazione congiunta di Universal Pictures, Italia Home Entertainment, che ha concesso la visione del film, che è stato prodotto da Paramount Pictures.

Racconta lo scenografo Ferdinando Scarfiotti, che aveva da poco disegnato American Gigolo, di aver avuto il piacere di conoscere in incontrare nel 1979 Richard Gere a casa di un loro amico comune. Inoltre ebbe la fortuna di accompagnarlo al cinema Ariston di Roma, dove veniva proiettato per la prima volta il film I giorni del cielo, dove aveva il ruolo dell’attore protagonista, e rimase entusiasta nel costatare la gioia e l’emozione di Richar Gere nel vedersi citare nei manifesti italiani.

Riuscì così ad attirare l’attenzione dei presenti con l’immagine di un bellissimo attore sconosciuto finora in Italia, ma con la “stoffa” evidente di un attore di qualità e talento. Subito dopo uscì American Gigolo, ed ecco la notorietà ed il successo. Un personaggio sognato da innumerevoli donne, quando sceglie con cura il suo guardaroba, così come nel finale del film Ufficiale Gentiluomo, quando con la sua divisa d’ufficiale prende in braccio l’operaia della fabbrica, Debra Winger, scena che fa ancora sognare milioni di donne di ogni parte del mondo. E se i sogni son desideri, fa loro credere che un giorno, così come accade ad Hollywood, anche loro potranno vedere avverati i propri sogni.

Richard Gere aveva, sì, ottenuto il successo grazie al suo fascino ed alla sua bellezza, ma ben presto si rese conto che questo lo avrebbe portato a chiudersi un po’ in un unico personaggio. Lui che aveva iniziato come musicista, per poi dedicarsi al teatro, capì che doveva orientarsi verso ruoli più incisivi. Per questo il ruolo di Bent nel film di Martin Sherman, un omosessuale in un campo di sterminio nazista.

Il primo film in cui cominciò ad occuparsi delle minoranze oppresse, quali gli esuli del Tibet, le persone affette da HIV. Il passaggio da uomo spavaldo a uomo sensibile verso le ingiustizie sociali, gli oppressi e la filosofia orientale per mantenere un equilibrio sano ed interiore in un ambiente, il nostro, ormai dominato solo dal potere e dall’apparire. Venne così fuori il suo talento naturale e nel 1990 alla soglia dei quarant’anni il grande successo di Pretty Woman

A seguire un'escalation di successi: da Rapsodia in agosto di Akira Kurosawa, Schegge di paura, sui primi anni delle flagello Aids e tanti altri film importanti come L’angolo rosso, la parentesi musicale di Chicago - che gli è valso il premio Golden Globe - e Shall We Dance? in cui ha perfezionato le sue innate doti di ballerino.

Il segreto dei suoi film e del suo successo? Un metodo di lavoro in cui scambia lunghe chiacchierate con i suoi registi, anche fuori del tema del film, in modo da ottenere un’intesa perfetta per la direzione del film. Ed i risultati non sono mai mancati, anche in ruoli diversi, sia come attore, ma anche come produttore.

Il premio Marc’Aurelio viene quindi riconosciuto quest’anno in occasione della VI edizione del Festival, ad un attore che nel corso di decenni ha attraversato talento, fascino, ma soprattutto ad un uomo capace di mantenere, malgrado il successo, la propria integrità morale e generosità verso il prossimo con umiltà.

Non ha permesso quindi alla notorietà di alterare la propria visione di uomo, padre e marito, alternandoli anche con gesti caritatevoli. Il tutto supportato da una grande passione per il cinema ed il suo lavoro. Un attore che si è messo al servizio dell’uomo attraverso la sua popolarità, il suo innato talento e la sua voce.

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